«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Il video di "I padroni del vaccino"

 


Il profitto privato occidentale e l'esempio del sistema pubblico cubano

Il giornalista di Report Manuele Bonaccorsi e il sociologo Claudio Marciano, coautori del libro “I PADRONI DEL VACCINO”, hanno indagato a fondo contratti, brevetti e studi clinici sui vaccini. Grazie a un'impressionante mole di dati e documenti, i due autori dimostrano come gli Stati nazionali, la finanza, i conflitti internazionali e il sistema di regolazione sorto intorno alla "sacra" difesa della proprietà intellettuale stiano rallentando la lotta contro il Covid.

Chi, come e quanto ha speculato sull’epidemia? Vogliamo superare il confronto sterile che purtroppo ha impedito ogni discussione e domanda critica. La ricerca sui vaccini è stata finanziata con i fondi pubblici; vaccini poi venduti profumatamente dalle multinazionali farmaceutiche agli stessi Stati. Pertanto la logica del profitto sui vaccini ha arrecato concreti danni ai popoli, in particolare nei Paesi poveri o in via di sviluppo, ai quali è stato precluso l'accesso.

Abbiamo parlato anche del mirabile esempio di Cuba con Fabrizio Chiodo, il quale ha partecipato in prima persona allo sviluppo dei vaccini cubani.

I padroni del vaccino: il profitto privato occidentale e l'esempio del sistema pubblico cubano

 

Sabato 17 dicembre 2022 alle ore 18.00 in Casa Rossa
 via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro) e in diretta streaming

No vax, sì vax, green pass, no green pass: ci smarcheremo da questo cliché del dibattito italiano, per tornare a un’analisi scientifica e politica della gestione dell’epidemia in Italia e nei Paesi occidentali.

Il giornalista di Report Manuele Bonaccorsi e il sociologo Claudio Marciano, coautori del libro “I PADRONI DEL VACCINO”, hanno indagato a fondo contratti, brevetti e studi clinici sui vaccini. Grazie a un'impressionante mole di dati e documenti, i due autori dimostrano come gli Stati nazionali, la finanza, i conflitti internazionali e il sistema di regolazione sorto intorno alla "sacra" difesa della proprietà intellettuale stiano rallentando la lotta contro il Covid.

Chi, come e quanto ha speculato sull’epidemia? Vogliamo superare il confronto sterile che purtroppo ha impedito ogni discussione e domanda critica. La ricerca sui vaccini è stata finanziata con i fondi pubblici; vaccini poi venduti profumatamente dalle multinazionali farmaceutiche agli stessi Stati. Pertanto la logica del profitto sui vaccini ha arrecato concreti danni ai popoli, in particolare nei Paesi poveri o in via di sviluppo, ai quali è stato precluso l'accesso.

Parleremo anche del mirabile esempio di Cuba con Fabrizio Chiodo, il quale ha partecipato in prima persona allo sviluppo dei vaccini cubani.

Dalle ore 18.00 approfondiremo tutto questo con il contributo dei due autori Manuele Bonaccorsi, giornalista e inviato di Report (RAI 3), e Claudio Marciano, sociologo dei processi economici e di innovazione. Sarà in collegamento con noi Fabrizio Chiodo, ricercatore del CNR.
Porterà il suo saluto Ada Galano, presidente dell'associazione culturale cubana CONACI.

Alle ore 20.00 circa, cena popolare di autofinanziamento, per la quale chiediamo di prenotare entro le ore 20.00 di giovedì 15 dicembre al numero 3534351278 oppure alla e-mail lacasarossamilano@gmail.com

Ci ritroviamo sabato 17 dicembre alle ore 18.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).

La Casa Rossa - Milano

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/862018451602617/

Il video di "Come è organizzata la partecipazione politica in Cina?"

 


In un documento strategico del Pentagono, risalente allo scorso 27 ottobre, si afferma che "la Cina è la più seria minaccia alla sicurezza nazionale".
Questo è in continuità sia con la politica di contenimento annunciata dall'amministrazione Obama nel 2011, conosciuta come il "Pivot to Asia", sia con l'applicazione dei dazi sui prodotti cinesi da parte dell'amministrazione Trump nel 2018.
Sebbene la priorità attuale degli Stati Uniti sia quella di indebolire ed isolare la Russia attraverso l'accerchiamento della NATO e la guerra in Ucraina, è la Cina a rappresentare la "più seria minaccia" per la supremazia militare ed economica di Washington nel mondo.
E' evidente come l'Occidente adotti ogni sforzo per autoproclamarsi come l'unico baluardo della democrazia contemporanea e allo stesso tempo dipingere la Repubblica Popolare Cinese come uno Stato di natura autoritaria.
Di conseguenza è poco risaputo come la Cina abbia un concreto sistema democratico con le proprie caratteristiche, il quale si sviluppa attraverso organismi istituzionali sia elettorali che consultivi.
Ne parliamo con Francesco Maringiò, presidente dell'Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta e studioso della Cina contemporanea.

Come è organizzata la partecipazione politica in Cina?

 


SABATO 3 DICEMBRE 2022 ALLE ORE 18.00 IN CASA ROSSA, VIA PRIVATA MONTE LUNGO 2, MILANO (MM1 TURRO) E IN DIRETTA STREAMING

In un documento strategico del Pentagono, risalente allo scorso 27 ottobre, si afferma che "la Cina è la più seria minaccia alla sicurezza nazionale".

Questo è in continuità sia con la politica di contenimento annunciata dall'amministrazione Obama nel 2011, conosciuta come il "Pivot to Asia", sia con l'applicazione dei dazi sui prodotti cinesi da parte dell'amministrazione Trump nel 2018.

Sebbene la priorità attuale degli Stati Uniti sia quella di indebolire ed isolare la Russia attraverso l'accerchiamento della NATO e la guerra in Ucraina, è la Cina a rappresentare la "più seria minaccia" per la supremazia militare ed economica di Washington nel mondo.

E' evidente come l'Occidente adotti ogni sforzo per autoproclamarsi come l'unico baluardo della democrazia contemporanea e allo stesso tempo dipingere la Repubblica Popolare Cinese come uno Stato di natura autoritaria.

Di conseguenza è poco risaputo come la Cina abbia un concreto sistema democratico con le proprie caratteristiche, il quale si sviluppa attraverso organismi istituzionali sia elettorali che consultivi.

- Dalle ore 18.00 approfondiremo tutto questo con il contributo di Francesco Maringiò, presidente dell'Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta e studioso della Cina contemporanea, il quale interverrà in presenza a questa iniziativa e ci illustrerà come si sviluppa l'organizzazione della partecipazione democratica in Cina.

- Alle ore 20.00 circa, cena popolare con sottoscrizione, per la quale chiediamo di prenotare entro e non oltre giovedì 1 dicembre al numero 353-4351278 oppure alla e-mail lacasarossamilano@gmail.com

Ci ritroviamo sabato 3 dicembre alle ore 18.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).

La Casa Rossa – Milano

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/820215199092114/

Ancora una volta il Teatro alla Scala nel mirino della russofobia

Per l'ennesima volta i funzionari esteri del governo ucraino, il quale agli inizi di ottobre ha approvato un decreto in cui si impedisce ogni possibilità di condurre negoziati di pace con la Russia, si avventurano in ingerenze che definire ridicole risulta eufemistico.
Una tra le caratteristiche di questa guerra, in cui ci hanno coinvolto, è proprio quella ideologica culturale. Nella città di Milano ricordiamo il grave atto del Sindaco Sala, avvenuto alla fine dello scorso febbraio, il quale pose un ultimatum nei confronti di Valery Gergiev, direttore d’orchestra del Teatro alla Scala per la rappresentazione della recita “La dama di picche” di Tchaikovsky, perché si dichiarasse contro il proprio Paese, la Russia [1]. Così come non possiamo dimenticare quando la rettrice dell’Università Bicocca, Giovanna Iannantuoni, cancellò il corso sulla vita di Dostoevsky [2].
Pretendere di bandire dalla nostra città e dal nostro Paese opere, libri e film non può che farci tornare alla mente i metodi da cui traggono ispirazione il cosiddetto Battaglione Azov ed i nostalgici del collaboratore delle SS naziste Stepan Bandera. Ricordiamo che nel nostro Paese esiste la Costituzione nata dalla Resistenza contro il nazifascismo, la quale nell’Art. 21 sancisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni mezzo di diffusione”.
Questo è quanto si apprende da un articolo di RaiNews pubblicato il 10 novembre 2022 [3]:
«Il rischio è di rilanciare la perniciosa propaganda russa, anche attraverso la messa in scena di un'opera teatrale ambientata nella Russia del 600, ai tempi di Ivan il terribile e scritta circa 150 anni fa. Sotto questo impulso il console ucraino a Milano Adrii Kartysh ha scritto al sovrintendente della Scala Dominique Meyer, al sindaco Giuseppe Sala e al presidente della Regione Attilio Fontana per chiedere loro di non aprire la stagione il prossimo 7 dicembre con un'opera russa, cioè Boris Godunov, e di "rivedere la programmazione" che include "spettacoli di musica russa" e il recital del soprano Anna Netrebko.»

La Casa Rossa

[1] Sull'ultimatum di Giuseppe Sala al direttore Valery Gergiev
[2] L'Italia con l'elmetto: in teatro, nelle università, nello sport e sui mezzi di comunicazione
[3] L'appello del console ucraino: la Scala non apra la stagione con l'opera russa, rischio propaganda

Giornata della cultura cubana

Sabato 29 ottobre siamo stati ospiti, come Casa Rossa e Comitato Contro La Guerra Milano, dell’associazione culturale CONACI (Coordinamento Nazionale Cubani Residenti in Italia), presso la sede del Consolato della Repubblica di Cuba a Milano.

Si è celebrata la giornata della cultura cubana, introdotta dal discorso del Console Generale Llano Gonzàlez Pérez. Il Console nel suo discorso ha ricordato ai presenti l’importanza della cultura cubana nella difesa della Patria e di come ciò sia sempre stato un insegnamento dei Padri della Rivoluzione cubana. Un discorso consapevole e molto attuale quello del Console.

Basti pensare a come l’ambito ideologico-culturale sia a pieno titolo una tra le espressioni principali di questa guerra mondiale che gli Stati Uniti stanno scatenando attraverso la NATO. Non dimentichiamo la vergognosa censura verso la cultura e lo sport russi, oppure il fatto che il Governo britannico appena insediato voglia chiudere gli Istituti Confucio all’interno delle università inglesi. Per non parlare della disinformazione a senso unico da parte del nostro mainstream. Così come non dimentichiamo il tentativo di corrompere le coscienze ed erodere il consenso per rovesciare il potere rivoluzionario cubano, attraverso canzoni reazionarie come “Patria y Vida”. Ovviamente lo scorso sabato si è cantato per la Patria, non contro di Lei!

Durante l’iniziativa erano presenti il dott. Carlo Ricardo Pérez Diaz ed il dott. Julio Guerra Izquierdo della brigata Henry Reeve, i quali hanno coordinato i medici cubani presenti a Crema e a Torino nel momento più acuto della pandemia di Covid 19 nel nostro Paese. Entrambi hanno rivendicato con orgoglio lo spirito della solidarietà internazionalista che da oltre 60 anni anima la Rivoluzione Cubana. Hanno inoltre ricevuto presso il Consolato Generale riconoscimenti, diplomi e tanti meritati applausi.

D’altronde nel Mondo c’è chi esporta armi, guerre e distruzioni nel nome di Dio e di una presunta democrazia; c’è invece chi esporta medici nel nome dell’umanitarismo. Noi senza alcun dubbio stiamo dalla parte dell’umanitarismo espresso da Cuba. Così come stiamo con Cuba nel denunciare il criminale bloqueo che da oltre 60 anni infligge enormi sofferenze ad un Popolo, il quale ha semplicemente deciso di autodeterminarsi e che ha cara, come la luce dei propri occhi, la propria sovranità.

Concludiamo ringraziando l'associazione CONACI, il Console Generale ed i funzionari del Consolato per l’ospitalità e per l’organizzazione di questa iniziativa a cui è valsa la pena partecipare.

A nome dei compagni e degli amici di Casa Rossa e del Comitato Contro La Guerra Milano

Guerra o mondo multipolare: cosa giova al nostro Paese?

 


Oggi il mondo si sta rendendo conto di come la guerra non sia unicamente quella combattuta in campo militare, ma si esprima anche in ambito economico, energetico, nonché diplomatico. Questo comporta implicazioni che ricadono sia a livello internazionale che nazionale, come attualmente avviene anche nel nostro Paese.
Mentre l'Occidente tende a isolarsi, sulla scia delle sanzioni e delle imposizioni energetiche volute dagli Stati Uniti e applicate dall'Unione Europea, i Paesi emergenti e in forte crescita, tra cui la Cina in prima fila, stanno promuovendo un mondo multipolare, basato su accordi di reciproco vantaggio, di sviluppo e quindi di pace.
Spiccano infatti importanti iniziative come la Nuova Via della Seta, i BRICS e l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai: realtà verso le quali Paesi dell'Africa, del Sud America e del Medio Oriente si stanno rivolgendo sempre più numerosi.
In questa partita è significativa e determinante la posizione dei partiti comunisti e progressisti nel mondo, i quali altrove sono in carica al governo o sono comunque più forti e radicati che in Occidente.

- Dalle ore 18.00 approfondiremo tutto questo con il contributo del compagno ANDREA CATONE, direttore di MarxVentuno Edizioni, il quale interverrà in presenza a questa iniziativa, dove sarà disponibile l'ultimo numero speciale della rivista che tratta anche di questi temi.

- Ore 20.00 circa, cena popolare con sottoscrizione, per la quale chiediamo di prenotare entro e non oltre giovedì 20 ottobre al numero 353.4351278 oppure alla e-mail lacasarossamilano@gmail.com

Ci ritroviamo sabato 22 ottobre alle ore 18.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).

La Casa Rossa - Milano

Crisi energetica, rincari e sabotaggi ai gasdotti: è davvero colpa della Russia?

SABATO 8 OTTOBRE 2022 ALLE ORE 18.00 IN CASA ROSSA
VIA PRIVATA MONTE LUNGO 2, MILANO (MM1 TURRO)

La grave crisi energetica in corso, con l'aumento dei prezzi del gas, dei combustibili e di tutti i beni di consumo, è cominciata ben prima dell'intensificarsi della guerra in Ucraina: infatti i rincari energetici erano già stati preannunciati nell'autunno del 2021.

Le cause sono da collocarsi nelle scelte politiche degli ultimi anni, laddove l'Unione Europea, su spinta di Washington, ha adottato contratti "spot" a breve termine anziché i ben più vantaggiosi contratti a lungo termine per l'approvvigionamento di gas, vincolando il prezzo alla Borsa di Amsterdam.

A questo si aggiungono oggi le sanzioni volute dagli Stati Uniti contro il principale fornitore di gas, la Federazione Russa, con il prevedibile effetto di danneggiare maggiormente i Paesi europei. 

Mentre il rischio di una guerra aperta si fa sempre più concreto ed il prossimo inverno si preannuncia drammatico, i gasdotti Nord Stream 1 e 2 vengono danneggiati con una deliberata azione di sabotaggio per la quale i mezzi di informazione occidentali si spingono fino ad accusare la stessa Russia.

Tutto ciò pone in secondo piano qualunque sensato piano di transizione energetica e va a scapito della cosiddetta sostenibilità, poiché parte del gas necessario verrebbe importato in Europa proprio dagli Stati Uniti, dove si utilizzano tecniche di estrazione come il "fracking", deleterie sia in termini ambientali che economici.

Ci ritroviamo sabato 8 ottobre alle ore 18.00 in Casa Rossa
via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).

- Dalle ore 18.00 tratteremo di questi argomenti in collegamento con Demostenes Floros, Senior Energy Economist del CER - Centro Europa Ricerche e autore del libro "Crisi o transizione energetica?" che sarà in vendita in Casa Rossa.

- Alle ore 20.00 circa cena popolare con sottoscrizione, per la quale chiediamo di prenotare entro e non oltre giovedì 6 ottobre al numero 353-4351278 oppure alla e-mail lacasarossamilano@gmail.com

La Casa Rossa

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/797234764850229/

Elezioni politiche 2022: il video della nostra iniziativa


Elezioni politiche tra carovita, venti di guerra e l'inganno della nuova legge elettorale

A pochi giorni dalle elezioni del 25 settembre 2022 abbiamo discusso di questa sconcertante campagna elettorale, nella quale non si intravedono vere alternative politiche in vista dell'ulteriore rincaro energetico e di tutti i beni di consumo, approfondendo le implicazioni nel quadro politico del nostro Paese e nel contesto internazionale con il rischio di una guerra aperta. A questo si aggiunge una legge elettorale, il Rosatellum, la quale costituisce una distorsione antidemocratica del voto.
Ne abbiamo parlato con l'Avvocato Felice Besostri, già coordinatore dei ricorsi giudiziari contro il Porcellum ed Italicum e attualmente contro il Rosatellum, affinché la Corte Costituzionale si esprima sui rilievi di incostituzionalità.
Besostri ci illustra gli aspetti di incostituzionalità e di deformazione del voto legati a questa legge elettorale.
Proponiamo una azione di protesta formale, la quale può essere fatta da ciascuno di noi al momento del voto, presentando un documento prestampato contenente il RECLAMO contro il Rosatellum.
I moduli e le istruzioni d'uso sono disponibili al seguente indirizzo: https://coordinamentoperlarappresentanza.blogspot.com

Elezioni politiche tra carovita, venti di guerra e l'inganno della nuova legge elettorale

A pochi giorni dalle elezioni del 25 settembre 2022 discutiamo di questa sconcertante campagna elettorale, nella quale non si intravedono vere alternative politiche in vista dell'ulteriore rincaro energetico e di tutti i beni di consumo, approfondendo le implicazioni nel quadro politico del nostro Paese e nel contesto internazionale con il rischio di una guerra aperta.
A questo si aggiunge una legge elettorale, il Rosatellum, la quale costituisce una distorsione antidemocratica del voto.
Sarà presente l'Avvocato Felice Besostri, già coordinatore dei ricorsi giudiziari contro il Porcellum ed Italicum e attualmente contro il Rosatellum, affinché la Corte Costituzionale si esprima sui rilievi di incostituzionalità. Besostri ci illustrerà gli aspetti di incostituzionalità e di deformazione del voto legati a questa legge elettorale.
Proporremo una azione di protesta formale, la quale può essere fatta da ciascuno di noi al momento del voto, presentando un documento prestampato contenente il RECLAMO contro il Rosatellum. A tal proposito verranno distribuiti i moduli e le istruzioni d'uso, materiale già disponibile al seguente indirizzo: https://coordinamentoperlarappresentanza.blogspot.com

Ci ritroviamo mercoledì 21 settembre alle ore 21.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).

Evento FB:https://www.facebook.com/events/835505227611684

Taiwan è Cina

La sovranità della Cina sull’isola di Taiwan ha una base legale che si fonda sulla sottoscrizione della Dichiarazione di Potsdam del 2 settembre 1945 da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Giappone, al termine della seconda guerra mondiale.
Il percorso di riconoscimento internazionale dell’Autorità cinese su Taiwan, che si perfeziona con la Dichiarazione di Potsdam, prende tuttavia le mosse dalla Dichiarazione del Cairo, sottoscritta quasi due anni prima, il 27 novembre 1943, da Franklin Rooslvelt, Winston Churchill e Chiang-Kai Shek, quale presidente della allora Repubblica di Cina (in assenza del Giappone, che ancora, impegnato nelle operazioni belliche, non ne riconosceva il contenuto).
Nel testo della Dichiarazione del Cairo, le nazioni firmatarie si proponevano come obbiettivo che il Giappone, quale Autorità nazionale che allora esercitava la propria sovranità sull’isola, “fosse privato di tutte quelle isole che aveva occupato o sequestrato fin dagli inizi della prima guerra mondiale nel 1914”. Nella stessa dichiarazione si affermava inoltre che “tutti i territori cinesi che i Giapponesi avevano invaso, come la Manciuria, Taiwan (allora denominata “Formosa”) e le Pescadores, dovessero essere restituiti alla Repubblica Cinese”.
Si trattava evidentemente ancora di una dichiarazione d’intenti delle sole potenze firmatarie, che necessitava, per produrre effetti legali, della sottoscrizione del Giappone, ad accettazione del contenuto.
Tale sottoscrizione giunse finalmente il 2 settembre 1945, con l’atto di resa del Giappone nella seconda guerra mondiale, nell’ambito del quale venivano formalmente accettati i termini di resa imposti da Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina con la citata Dichiarazione di Potsdam, fra i quali “Le condizioni della Dichiarazione del Cairo saranno rispettate e la sovranità giapponese sarà limitata alle isole di Honshu, Hokkaido, Kyushu, Shikoku (…)” (punto 8 Dichiarazione di Potsdam del 26 luglio 1945).

A cura de La Casa Rossa,
3 agosto 2022

Contro la guerra e per la giustizia sociale Il saluto a Luigi Tranquillino

Pubblichiamo il video dell'iniziativa che, come Comitato Contro La Guerra Milano e La Casa Rossa, abbiamo tenuto martedì 26 luglio 2022 in Piazza dei Mercanti a Milano: contro la guerra e per la giustizia sociale, il nostro saluto a Luigi Tranquillino.




"Scandaloso il confronto con l'Olocausto", Zelensky irrita il Parlamento israeliano

Per l'ennesima volta Zelensky l'ha fatta fuori da vaso, il suo essere ebreo non glielo ha impedito. Infatti è chiaro a questo proposito il commento di diversi esponenti israeliani sulle sue dichiarazioni.

L'ex ministro dell'Intelligence Yuval Steiniz è severo: "Si dice che nessuno sia colto nel momento del lutto, ma se il discorso di Zelensky, il presidente ebreo dell'Ucraina, fosse pronunciato in giorni normali, direbbero che rasenta la negazione dell'Olocausto".

"È vero che migliaia di persone hanno aiutato a salvare gli ebrei ma la triste verità storica è che molti hanno aiutato con entusiasmo i nazisti nel progetto di raccogliere e sterminare gli ebrei e saccheggiare le loro proprietà. La verità storica è che il popolo ucraino non può essere orgoglioso della propria condotta di fronte all'Olocausto ebraico", ha aggiunto.

Fonte: www.agi.it

La Camera chiede aumento delle spese militari al 2% del PIL: 104 milioni al giorno

Alla Camera dei Deputati si approva a larghissima maggioranza un ordine del giorno, collegato al cosiddetto Decreto Ucraina, proposto dalla Lega Nord: saranno contenti Barack Obama e Donald Trump, i quali da anni chiedono che l'Italia assegni il 2% del PIL alla spesa militare.

È spiacevole vedere come in questi tempi magri, mentre diminuiscono le risorse economiche assegnate alla sanità ed ai servizi sociali, mentre non siamo ancora fuori dall'epidemia, tutti i partiti che leggerete in questo resoconto non abbiano trovato di meglio per dimostrare responsabilità e sensibilità: sono 11 milioni gli italiani che, secondo il rapporto Censis, non riescono a curarsi...

LA CAMERA CHIEDE AUMENTO DELLE SPESE MILITARI AL 2% DEL PIL: 104 MILIONI AL GIORNO

Milex - Osservatorio sulle spese militari italiane, 16 marzo 2022

Questa mattina la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza (391 voti favorevoli su 421 presenti, 19 voti contrari) un Ordine del giorno collegato al cosiddetto “Decreto Ucraina” proposto dalla Lega Nord e sottoscritto da deputati di Pd, Fi, Iv, M5S e FdI che impegna il Governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Prodotto lnterno Lordo. Nella parte dispositiva del testo approvato si legge come tale risultato dovrebbe essere raggiunto “predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al Paese una capacità di deterrenza e protezione” mentre nell’immediato si debba agire per “incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale”.

Portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian

Il portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian durante la conferenza stampa di routine di ieri ha commentato la dichiarazione del portavoce del Dipartimento di Stato USA secondo cui nel conflitto tra Russia e Ucraina è stato violato "il principio fondamentale secondo cui i grandi Paesi non possono opprimere Paesi piccoli":

Le azioni degli Stati Uniti contro Cuba, Panama, Grenada, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Siria e Libia sono universalmente riconosciute come esempi da manuale di grandi Paesi che opprimono Paesi piccoli.

La via per risolvere la crisi ucraina sta nel cessate il fuoco, seguito dal dialogo e dalla negoziazione, piuttosto che su "un ordine basato su regole" definito unilateralmente secondo i propri standard, ancor meno costringendo gli altri a schierarsi.

Il mondo ha bisogno di pace, non di guerra; richiede giustizia, non egemonia; aspira alla cooperazione, non al confronto. Questo è ciò che spera la stragrande maggioranza dei Paesi del mondo.

C'è un solo sistema riconosciuto al mondo: il sistema internazionale con le Nazioni Unite al centro. C'è un solo ordine: quello basato sul diritto internazionale. E c'è un solo insieme di regole: le norme di base che regolano le relazioni internazionali basate sugli scopi e sui principi della Carta delle Nazioni Unite.

Fonte: Pagina FB dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia

Zelensky salito al potere con un colpo di stato, guerra è tra Russia e NATO

Che dire... magari gli atlantisti sosterranno anche che il professor Luciano Canfora è un ultranazionalista.

“Zelensky salito al potere con un colpo di stato, guerra è tra Russia e NATO”, intervista a Luciano Canfora
Il Riformista, 12 marzo 2022

Una voce fuori dal coro. Per “vocazione”. Controcorrente, anche quando sa che le sue considerazioni si scontrano con una narrazione consolidata, mainstream. Luciano Canfora, filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia (Dedalo Edizioni), è così. Sempre stimolante, comunque la si pensi. E le sue riflessioni sulla guerra d’Ucraina ne sono una conferma.

- Professor Canfora, in queste drammatiche settimane, in molti si sono cimentati nel definire ciò che sta avvenendo ad Est. Qual è la sua di definizione?

Punto uno, è un conflitto tra potenze. È inutile cercare di inchiodare sull’ideologia i buoni e i cattivi, le democrazie e i regimi autocratici… Ciò che sfugge è che il vero conflitto è tra la Russia e la Nato. Per interposta Ucraina. Che si è resa pedina di un gioco più grande. Un gioco che non è iniziato avanti ieri ma è cominciato almeno dal 2014, dopo il colpo di Stato a Kiev che cacciò Yanukovich. È una guerra tra potenze. Quando i vari giornaletti e giornalistucoli dicono ecco gli ex comunisti che si schierano…Una delle solite idiozie della nostra stampa. Io rivendico il diritto di dire che le potenze in lotta sono entrambe lontane dalla mia posizione e dalle mie scelte, perché le potenze in lotta fanno ciascuna il loro mestiere. E né gli uni né gli altri sono apprezzabili. Nascondere le responsabilità degli uni a favore degli altri è un gesto, per essere un po’ generosi, perlomeno anti-scientifico.

- C’è chi sostiene che per Putin la vera minaccia non era tanto l’ingresso dell’Ucraina nella Nato o la sua adesione all’Ue, quanto il sistema democratico che in quel Paese ai confini con la Russia si stava sperimentando. Lei come la pensa?

Usiamo un verso del sommo Leopardi: “Non so se il riso o la pietà prevale” dinanzi a schemi di questo tipo…

- Dalla poesia alla prosa…

Se dobbiamo ritenere che sia democratico chi arriva al potere dopo un colpo di Stato, perché quando in Ucraina fu cacciato il governo in carica quello era un golpe, come quello di al-Sisi in Egitto contro i Fratelli Musulmani. Ognuno è libero di dire le sciocchezze che vuole ma adoperare queste categorie per salvarsi la coscienza, è cosa poco seria. Il figlio di Biden è in affari con Zelensky. Zelensky è un signore che dice di voler combattere per degli ideali, ma questi ideali hanno anche dei risvolti meno idealistici…

- Vale a dire?

Il Guardian, non la Pravda, nell’ottobre del 2021 fece un ritratto di Zelensky, dal punto di vista affaristico, molto pesante. Incitiamo i nostri simpatici gazzettieri ad andarsi a leggere il Guardian dell’anno passato per avere un ritratto realistico di Zelensky. Dopodiché non mi scandalizzo, perché quando si usano le parole libertà e democrazia c’è odore di propaganda lontano un miglio. O parliamo seriamente o facciamo propaganda. La propaganda peraltro è cosa molto seria, basta non crederci.

La Russia denuncia che i nazionalisti ucraini preparano una provocazione con sostanze tossiche

TeleSur, 9 marzo 2022


«Mercoledì il portavoce del Ministero della difesa russo, Ígor Konashénkov, ha denunciato che gruppi di nazionalisti ucraini stanno preparando una provocazione volta ad attaccare la popolazione con sostanze tossiche ed incolpare Mosca dell'utilizzo di queste armi.
“I nazionalisti ucraini hanno portato circa 80 tonnellate di ammoniaca al villaggio di Zolochiv, a nord-ovest di Kharkov. Secondo i residenti che hanno lasciato Zolochiv, i nazionalisti hanno insegnato loro come comportarsi correttamente durante un attacco chimico", ha affermato Konashénkov.
Il portavoce del Ministero della Difesa russo ha spiegato che continuano a ricevere informazioni dalla popolazione sulle ambizioni dei nazionalisti, allo stesso tempo ha dichiarato che l'Esercito russo ha distrutto 2.814 installazioni dell'infrastruttura militare ucraina.
Inoltre il rappresentante della Russia presso l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, Alexander Shulgin, invierà la documentazione della denuncia dinanzi all’organo competente affinché intervenga sulla questione.
"Chiederemo loro di apporre il sigillo di un documento nazionale russo alla 99ma sessione del Consiglio Esecutivo che si svolgerà all'Aia e distribuiremo queste informazioni a tutti gli Stati membri di questa Organizzazione", ha dichiarato Shulgin.
Il 6 marzo scorso le autorità russe hanno denunciato lo sviluppo di componenti per armi biologiche nei laboratori ucraini, i quali  hanno ricevuto finanziamenti dagli Stati Uniti.
Konashénkov ha sottolineato che la Russia ha ricevuto la documentazione di come si stesse lavorando su patogeni altamente pericolosi, come peste, antrace, tularemia, colera e altre malattie mortali.»

Traduzione a cura de La Casa Rossa Milano
Fonte: https://www.telesurtv.net/news/rusia-denuncia-nacionalistas-ucranianos-preparar-sustancias-toxicas-20220309-0027.html

Ucraina, era tutto scritto nel piano della Rand Corp.

Questo l'articolo di Manlio Dinucci, prima pubblicato e poi rimosso dal sito del Manifesto, nonché dalla sua successiva edizione cartacea, per cui il giornalista ha deciso di concludere una decennale collaborazione con il quotidiano.


Ucraina, era tutto scritto nel piano della Rand Corp.

Manlio Dinucci, 8 marzo 2022

«Il piano strategico degli Stati uniti contro la Russia è stato elaborato tre anni fa dalla Rand Corporation (il manifesto, Rand Corp: come abbattere la Russia, 21 maggio 2019). La Rand Corporation, il cui quartier generale ha sede a Washington, è «una organizzazione globale di ricerca che sviluppa soluzioni per le sfide politiche»: ha un esercito di 1.800 ricercatori e altri specialisti reclutati da 50 paesi, che parlano 75 lingue, distribuiti in uffici e altre sedi in Nord America, Europa, Australia e Golfo Persico. Personale statunitense della Rand vive e lavora in oltre 25 paesi.
La Rand Corporation, che si autodefinisce «organizzazione nonprofit e nonpartisan», è ufficialmente finanziata dal Pentagono, dall’Esercito e l’Aeronautica Usa, dalle Agenzie di sicurezza nazionale (Cia e altre), da agenzie di altri paesi e potenti organizzazioni non-governative.
La Rand Corp. si vanta di aver contribuito a elaborare la strategia che permise agli Stati uniti di uscire vincitori dalla guerra fredda, costringendo l’Unione Sovietica a consumare le proprie risorse nell’estenuante confronto militare. A questo modello si è ispirato il nuovo piano elaborato nel 2019: «Overextending and Unbalancing Russia», ossia costringere l’avversario a estendersi eccessivamente per sbilanciarlo e abbatterlo.
Queste sono le principali direttrici di attacco tracciate nel piano della Rand, su cui gli Stati Uniti si sono effettivamente mossi negli ultimi anni.
Anzitutto – stabilisce il piano – si deve attaccare la Russia sul lato più vulnerabile, quello della sua economia fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio: a tale scopo vanno usate le sanzioni commerciali e finanziarie e, allo stesso tempo, si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto statunitense.
In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno.
In campo militare si deve operare perché i paesi europei della Nato accrescano le proprie forze in funzione anti-Russia. Gli Usa possono avere alte probabilità di successo e alti benefici, con rischi moderati, investendo maggiormente in bombardieri strategici e missili da attacco a lungo raggio diretti contro la Russia. Schierare in Europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia assicura loro alte probabilità di successo, ma comporta anche alti rischi.
Calibrando ogni opzione per ottenere l’effetto desiderato – conclude la Rand – la Russia finirà col pagare il prezzo più alto nel confronto con gli Usa, ma questi e i loro alleati dovranno investire grosse risorse sottraendole ad altri scopi.
Nel quadro di tale strategia – prevedeva nel 2019 il piano della Rand Corporation – «fornire aiuti letali all’Ucraina sfrutterebbe il maggiore punto di vulnerabilità esterna della Russia, ma qualsiasi aumento delle armi e della consulenza militare fornite dagli Usa all’Ucraina dovrebbe essere attentamente calibrato per aumentare i costi per la Russia senza provocare un conflitto molto più ampio in cui la Russia, a causa della vicinanza, avrebbe vantaggi significativi».
È proprio qui – in quello che la Rand Corporation definiva «il maggiore punto di vulnerabilità esterna della Russia», sfruttabile armando l’Ucraina in modo «calibrato per aumentare i costi per la Russia senza provocare un conflitto molto più ampio» – che è avvenuta la rottura. Stretta nella morsa politica, economica e militare che Usa e Nato serravano sempre più, ignorando i ripetuti avvertimenti e le proposte di trattativa da parte di Mosca, la Russia ha reagito con l’operazione militare che ha distrutto in Ucraina oltre 2.000 strutture militari realizzate e controllate in realtà non dai governanti di Kiev ma dai comandi Usa.Nato.
L’articolo che tre anni fa riportava il piano della Rand Corporation terminava con queste parole: «Le opzioni previste dal piano sono in realtà solo varianti della stessa strategia di guerra, il cui prezzo in termini di sacrifici e rischi viene pagato da tutti noi». Lo stiamo pagando ora noi popoli europei, e lo pagheremo sempre più caro, se continueremo ad essere pedine sacrificabili nella strategia Usa-Nato.
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Fonte: Il Manifesto

Caccia al filorusso: epurato Orsini

Il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2022

La Luiss censura il professore; l’appello dei colleghi: “basta maccartismo”
«Gli è stato detto che le sue opinioni rischiano di danneggiare “valore, patrimonio di conoscenza e reputazione” dell’Università per cui lavora. Non certo roba da poco. Alessandro Orsini è direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza internazionale della Luiss, ma il suo ateneo non gradisce più che il professore partecipi come ospite ai programmi tv sulla crisi ucraina. Colpa di alcune analisi ritenute filo-russe, sovraniste, putiniane. Una caccia alle streghe di cui Orsini è l’ultima vittima, ma che almeno ha smosso la solidarietà di diversi colleghi. Nelle prossime ore, infatti, alcuni professori universitari della Statale di Milano diffonderanno un appello in difesa di Orsini, “censurato dalla sua Università”: “Le analisi di Orsini non hanno alcunché di censurabile – si legge nella bozza del comunicato – e si fondano su studi rigorosi”. A preoccupare i docenti c’è questo “clima di oscurantismo” simile “al maccartismo” – come ci spiega uno dei firmatari – che colpisce chiunque azzardi un’interpretazione dell’aggressione russa diversa dal mainstream. Proprio ciò che è successo a Orsini, negli ultimi giorni ospite a Sky Tg24 e a Piazzapulita, dove – premettendo la scontata condanna per la condotta di Putin – ha sottolineato la pessima gestione dei rapporti con la Russia da parte della Nato.

Parole che hanno indotto la Luiss, l’università di Confindustria, a sconfessare pubblicamente Orsini: “La Luiss reputa fondamentale che, soprattutto chi ha responsabilità di centri di eccellenza come l’Osservatorio sulla Sicurezza internazionale, debba attenersi scrupolosamente al rigore scientifico dei fatti e dell’evidenza storica, senza lasciar spazio a pareri di carattere personale che possano inficiare valore, patrimonio di conoscenza e reputazione dell’intero Ateneo”. Il problema – ed è quello che scrivono i docenti nell’appello in sostegno del collega – è che Orsini non è certo un passante: ha alle spalle decenni di esperienza ed è apprezzato in Italia e all’estero (è Research affiliate al Mit di Boston). Motivo per cui si può – come ovvio – contestare le sue analisi, ma è arduo sostenere che non poggino su una solida base di competenze. Peraltro la Luiss è lo stesso ateneo per cui lavora Gianni Riotta, giornalista di Repubblica e direttore della Scuola di giornalismo dell’Università, già sfiduciato dalla redazione del Sole 24 Ore (quando era direttore) e definito dal premio Pulitzer Glenn Greenwald “l’opposto del giornalismo”. Non abbastanza da imbarazzare Confindustria, preoccupata invece delle parole di Orsini. Ieri il Messaggero ha fatto saltare la rubrica Atlante, che il professore cura da anni sul quotidiano (problemi di spazio e “tornerà sabato prossimo”, giura il giornale), mentre il duro comunicato della Luiss dovrebbe inibire altre ospitate televisive nei prossimi giorni. Così, si crede, la “reputazione” sarà salva.»

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/06/caccia-al-filorusso-epurato-orsini/6516746/

Mandare le armi non è come una dichiarazione di guerra?

Un pezzo ironico e di buon senso di Maurizio Crozza, la cui satira risulta pungente verso la realtà, al contrario di alcune mobilitazioni "per la pace" dove si chiede l'invio di armi e combattenti in Ucraina, nonché l'intervento della NATO con una no-fly zone che, a detta della quasi totalità degli osservatori, aprirebbe seriamente al rischio dello scoppio di una Terza Guerra Mondiale.


Fonte: https://nove.tv/fratelli-di-crozza/puntata-4-marzo-2022-video/

L'Italia con l'elmetto: in teatro, nelle università, nello sport e sui mezzi di comunicazione

 


Dopo la richiesta di Beppe Sala a Valery Gergiev, affinché prendesse le distanze dalle operazioni militari russe in Ucraina, ecco l'università Bicocca; evidentemente l'ufficio stampa del sindaco Sala ascolta le trasmissioni di Radio Popolare, ben noto media partner del Comune di Milano, del quale regolarmente rilancia le attività che dovrebbero avere una veste artistico-culturale.

Non appena si è diffusa la notizia che l'università Bicocca, per bocca della sua rettrice Giovanna Iannantuoni, aveva cancellato il corso sulla vita di Dostoevskij, per "evitare polemiche in un forte momento di tensione", una raffica di telefonate ha raggiunto la radio dimostrando come il provvedimento di Bicocca veniva giudicato dagli ascoltatori alla stregua di una ordinanza del MinCulPop (Ministero della Cultura Popolare) di mussoliniana memoria.

Nella trasmissione ha parlato Paolo Nori, il docente che aveva curato il corso sui romanzi di Dostoevskij. Molto abbattuto, non riusciva a farsi una ragione per la cancellazione di un corso su uno dei massimi autori nella Storia della letteratura. Il professor Paolo Nori, in una sua dichiarazione, definisce la cancellazione del corso una cosa ridicola [1].

In realtà questa cancellazione non è una cosa ridicola, essendo invece un fatto di gravità inaudita.

La rettrice Giovanna Iannantuoni, appartenente a Comunione e Liberazione, si è lanciata in volo come un falco, per ghermire il povero professor Paolo Nori ed il suo corso. Evidentemente la rapace rettrice, dopo la telefonata intercorsa tra lei ed il nostro Beppe Sala, è dovuta tornare sui suoi passi. Il nostro Beppe, a sua volta, non ha mancato di prendere le distanze da colei che stava seguendo proprio il suo esempio.

In conclusione, questi episodi, insieme a quelli che si stanno verificando nel mondo dello sport ed in altri campi, sono null'altro che l'espressione della guerra ibrida, all'interno della quale ci hanno calati.

L'allargamento della NATO ad Est comporta anche questo genere di nefandezze, un costo che vogliono costringerci a sostenere. Limitarsi a definirlo una barbarie non basta.

La prima vittima della guerra è sempre la verità. Per "loro" dunque si può sacrificare anche Dostoevskij. Prepariamoci, non sarà facile, ma non ci limiteremo a dire "non ci stiamo".

È circa mezzanotte, ci giunge questa notizia di poco fa: «Nori: “Farò corso su Dostoevskij altrove, Bicocca vuole che parli di autori ucraini che non conosco”» [2].

La Casa Rossa, 2 marzo 2022

[1] Paolo Nori: "Bicocca cancella mio corso su Dostoevskij, ridicolo"

https://youtu.be/zljnCiy99xw

[2] Nori: "Farò corso su Dostoevskij altrove, Bicocca vuole che parli di autori ucraini che non conosco"

https://www.fanpage.it/cultura/nori-faro-corso-su-dostoevskij-altrove-bicocca-vuole-che-parli-di-autori-ucraini-che-non-conosco/

Sull'ultimatum di Giuseppe Sala al direttore Valery Gergiev

La richiesta del Sindaco di Milano Giuseppe Sala nei confronti di Valery Gergiev, direttore d'orchestra del Teatro alla Scala per la rappresentazione della recita "La dama di picche" di Tchaikovsky, perché si dichiari contro il proprio Paese, contro convinzioni che Gergiev potrebbe avere, del tutto legittime in uno Stato di diritto, è un atto grave ed inedito nella storia repubblicana del nostro Paese.

Il grave atto compiuto da Sala contraddice i principi su cui si fonda la Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo, la quale nell'Articolo 21 sancisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Sala, anziché avventurarsi in prese di posizione che non favoriscono il dialogo, dovrebbe invece rivendicare a gran voce, essendo Sindaco della prima città Medaglia d'Oro della Resistenza, il rispetto dell'Articolo 11 della Costituzione stessa: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. 

Articolo 11 che oggi sembra divenire carta straccia, nel momento in cui importanti esponenti politici sono intenzionati a inviare militari italiani ai confini con la Federazione Russa.

La risoluzione dei conflitti non avviene attraverso dichiarazioni che alimentano discriminazione e divisione in schieramenti. Queste ricordano, al contrario, i tempi bui della nostra Storia quando per lavorare in determinati ambiti si necessitava di una certa tessera...

Il Sindaco Sala ha sbagliato e condotto una campagna vergognosa degna di chi ha già messo l'elmetto, incamminandosi su una strada scorretta e pericolosa.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza al direttore d'orchestra della Scala Valery Gergiev, così come agli altri artisti russi del cast, senza contare che Sala evidentemente non è solo feudale ma anche ignorante: naturalmente non conosce i secolari rapporti artistico-culturali intercorsi tra il nostro Paese e la Russia.

La Casa Rossa Milano, 28 febbraio 2022

Nella foto: il direttore Valery Gergiev in occasione del concerto sinfonico da lui condotto il 5 maggio 2016 presso le antiche rovine della città siriana di Palmira, per commemorare le vittime della guerra siriana e per celebrare la liberazione della città dopo 10 mesi di duro assedio e saccheggio del sito archeologico da parte dei terroristi dell'ISIS.

Strage di Brescia: articolo di Repubblica

«La nuova inchiesta sulla strage neofascista di Brescia porta lì dove nessuno poteva immaginare. Il comando NATO di Verona» La Repubblica, 27 gennaio 2022

Ferdinando Imposimato, nel 2015, ci ha detto chiaramente:

«Nel corso delle indagini che ho fatto sulle stragi commesse in Italia, dalla strage di Piazza Fontana alla strage dell’Italicus, dalla strage di Piazza della Loggia alla strage di Bologna e alle stragi di Capaci e Via d’Amelio, nelle quali sono stati uccisi i miei colleghi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, oltre agli uomini delle scorte, si è accertato che l’esplosivo utilizzato veniva dalle basi NATO. 

In alcune di queste basi, si riunivano terroristi neri, ufficiali della NATO, mafiosi, uomini politici italiani e massoni, alla vigilia di attentati. Questo è stato riferito da testimoni diretti. E questo accade dai primi anni Sessanta ininterrottamente, sicché io sono convinto che la NATO ha avuto un ruolo negativo nella dinamica democratica di questo Paese ma anche di altri Paesi dell’Europa.»

Ferdinando Imposimato,

Presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione

C'è da chiedersi dove fossero i giornalisti de "La Repubblica", considerando che Ferdinando Imposimato è un nome ben noto nel nostro Paese. Ancora una volta c'è da chiedersi: "ci sono o ci fanno?"


Il doppiopesismo di Draghi

 

- Draghi è "cauto" sul calcio

Draghi telefona a Gravina, presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC). Vuol "ragionare" con lui sulla presenza di spettatori negli stadi. Dopo un paio di giorni la FIGC si riunisce in assemblea e decide che le prossime due giornate del campionato si terranno con una presenza massima di 5000 spettatori.

- Draghi "tira dritto" invece sulla Scuola

Infatti ha stabilito che si ricominciasse ad andarci in presenza da lunedì 10 gennaio.

La prima azione, quella che riguarda il calcio, è indicativa: con il calcio si usano cautele che non si usano con la scuola, chiedendo se non sia ragionevole prevedere una riduzione delle presenze negli stadi. La seconda azione invece è meno timida: sulla Scuola si tira dritto.

Viene in mente che a breve i parlamentari, con i delegati regionali, eleggeranno il Presidente della Repubblica. Questo dare un colpo al cerchio ed uno alla botte suggerisce che Draghi sia guardingo: dopotutto è un uomo ambizioso e aspira al posto di Mattarella.

Sul calcio occorreva tirare dritto e dire che quegli assembramenti non fossero più consentiti, specialmente con l'epidemia che infuria. Sulla Scuola invece si doveva ascoltare clinici e Presidi, al cui grido di allarme si è invece fatto orecchio da mercante.

Tutto ciò è sufficiente per pensare che chi sostiene Draghi sia al minimo irresponsabile e compartecipe della sua politica ferocemente antipopolare, la quale sta ferendo il nostro Paese e determina un grave arretramento della condizione dei lavoratori.

La Casa Rossa

13 gennaio 2022