«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Strage di Brescia: articolo di Repubblica

«La nuova inchiesta sulla strage neofascista di Brescia porta lì dove nessuno poteva immaginare. Il comando NATO di Verona» La Repubblica, 27 gennaio 2022

Ferdinando Imposimato, nel 2015, ci ha detto chiaramente:

«Nel corso delle indagini che ho fatto sulle stragi commesse in Italia, dalla strage di Piazza Fontana alla strage dell’Italicus, dalla strage di Piazza della Loggia alla strage di Bologna e alle stragi di Capaci e Via d’Amelio, nelle quali sono stati uccisi i miei colleghi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, oltre agli uomini delle scorte, si è accertato che l’esplosivo utilizzato veniva dalle basi NATO. 

In alcune di queste basi, si riunivano terroristi neri, ufficiali della NATO, mafiosi, uomini politici italiani e massoni, alla vigilia di attentati. Questo è stato riferito da testimoni diretti. E questo accade dai primi anni Sessanta ininterrottamente, sicché io sono convinto che la NATO ha avuto un ruolo negativo nella dinamica democratica di questo Paese ma anche di altri Paesi dell’Europa.»

Ferdinando Imposimato,

Presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione

C'è da chiedersi dove fossero i giornalisti de "La Repubblica", considerando che Ferdinando Imposimato è un nome ben noto nel nostro Paese. Ancora una volta c'è da chiedersi: "ci sono o ci fanno?"


Il doppiopesismo di Draghi

 

- Draghi è "cauto" sul calcio

Draghi telefona a Gravina, presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC). Vuol "ragionare" con lui sulla presenza di spettatori negli stadi. Dopo un paio di giorni la FIGC si riunisce in assemblea e decide che le prossime due giornate del campionato si terranno con una presenza massima di 5000 spettatori.

- Draghi "tira dritto" invece sulla Scuola

Infatti ha stabilito che si ricominciasse ad andarci in presenza da lunedì 10 gennaio.

La prima azione, quella che riguarda il calcio, è indicativa: con il calcio si usano cautele che non si usano con la scuola, chiedendo se non sia ragionevole prevedere una riduzione delle presenze negli stadi. La seconda azione invece è meno timida: sulla Scuola si tira dritto.

Viene in mente che a breve i parlamentari, con i delegati regionali, eleggeranno il Presidente della Repubblica. Questo dare un colpo al cerchio ed uno alla botte suggerisce che Draghi sia guardingo: dopotutto è un uomo ambizioso e aspira al posto di Mattarella.

Sul calcio occorreva tirare dritto e dire che quegli assembramenti non fossero più consentiti, specialmente con l'epidemia che infuria. Sulla Scuola invece si doveva ascoltare clinici e Presidi, al cui grido di allarme si è invece fatto orecchio da mercante.

Tutto ciò è sufficiente per pensare che chi sostiene Draghi sia al minimo irresponsabile e compartecipe della sua politica ferocemente antipopolare, la quale sta ferendo il nostro Paese e determina un grave arretramento della condizione dei lavoratori.

La Casa Rossa

13 gennaio 2022