«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Il doppiopesismo di Draghi

 

- Draghi è "cauto" sul calcio

Draghi telefona a Gravina, presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC). Vuol "ragionare" con lui sulla presenza di spettatori negli stadi. Dopo un paio di giorni la FIGC si riunisce in assemblea e decide che le prossime due giornate del campionato si terranno con una presenza massima di 5000 spettatori.

- Draghi "tira dritto" invece sulla Scuola

Infatti ha stabilito che si ricominciasse ad andarci in presenza da lunedì 10 gennaio.

La prima azione, quella che riguarda il calcio, è indicativa: con il calcio si usano cautele che non si usano con la scuola, chiedendo se non sia ragionevole prevedere una riduzione delle presenze negli stadi. La seconda azione invece è meno timida: sulla Scuola si tira dritto.

Viene in mente che a breve i parlamentari, con i delegati regionali, eleggeranno il Presidente della Repubblica. Questo dare un colpo al cerchio ed uno alla botte suggerisce che Draghi sia guardingo: dopotutto è un uomo ambizioso e aspira al posto di Mattarella.

Sul calcio occorreva tirare dritto e dire che quegli assembramenti non fossero più consentiti, specialmente con l'epidemia che infuria. Sulla Scuola invece si doveva ascoltare clinici e Presidi, al cui grido di allarme si è invece fatto orecchio da mercante.

Tutto ciò è sufficiente per pensare che chi sostiene Draghi sia al minimo irresponsabile e compartecipe della sua politica ferocemente antipopolare, la quale sta ferendo il nostro Paese e determina un grave arretramento della condizione dei lavoratori.

La Casa Rossa

13 gennaio 2022