«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Palestina: diritto di resistere o normalizzazione della ritorsione?



Da più parti, in seguito al'attacco di Hamas su Israele dello scorso 7 ottobre, si è posto subito l'accento sul fatto che una azione di questo tipo avrebbe giustificato l'imminente e terribile ritorsione di Israele sulla popolazione palestinese, la cui incolumità verrebbe quindi messa a repentaglio dalle decisioni irresponsabili della propria leadership.
Questo ragionamento è emerso anche dalle parole del presidente dell’ANPI sul palco della manifestazione tenuta a Roma il giorno dell'attacco.
Non una parola sul diritto di resistere all'occupazione con tutti i mezzi, comprese le armi, come sancito dal Diritto Internazionale, da parte di un popolo oppresso non da una situazione “deteriorata”, ma da oltre sette decenni di occupazione militare, dal furto delle terre e distruzione delle case, con assassinii e carcerazioni illegali, con l’occupazione di Gerusalemme Est luogo sacro per i fedeli mussulmani, con segregazione, apartheid e profanazione dei luoghi di culto, fino a costringere parte della popolazione palestinese in una enorme prigione “a cielo aperto”: il ghetto di Gaza, circondato da muri e filo spinato, il quale troppo ricorda quello nazista di Varsavia.
Ci domandiamo: quando i commando di Partigiani compivano i propri attacchi contro le strutture dell’esercito nazista di occupazione, ben coscienti che la ritorsione avrebbe causato 10 vittime di civili italiani per ogni soldato tedesco abbattuto, erano forse folli e irresponsabili?
Inoltre, se realmente si persegue l’obiettivo di una soluzione negoziale dei conflitti non si può partire dalla contrapposizione fra cattivi e buoni, ma bisogna dare pari dignità ai diritti e alle ragioni di entrambe le parti in conflitto. Questo vale per la guerra fra Israele e Palestina come per quella in Ucraina, dove sempre l'ANPI, condannando innanzitutto l’invasione russa e colpevolizzando solo una delle parti, ignorando il contesto e i gravissimi eventi che lo hanno preceduto, rischia di dare l'impressione di schierarsi con l’altra parte e perde forza la richiesta di risoluzione negoziata.

La Casa Rossa - Milano,
giovedì 12 ottobre 2023

Tre giorni per la Pace a Milano

 Segnaliamo questa interessante iniziativa:

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22 - 23 - 24 SETTEMBRE 2023 PRESSO IL C.I.Q. - CENTRO INTERNAZIONALE DI QUARTIERE, VIA FABIO MASSIMO 19 - MILANO (MM3 PORTO DI MARE)

 

Il Coordinamento per la Pace - Milano riunisce più di trenta associazioni e organizzazioni, con lo scopo di dare una voce più forte e unitaria a tutti coloro i quali ritengono che la pace non possa essere raggiunta tramite il continuo invio di armi, si oppongono alla linea di cobelligeranza del nostro governo, che riduce i servizi e i diritti dei cittadini per assecondare gli interessi degli Stati Uniti in contrasto con quelli nazionali, e chiedono di fermare la guerra promuovendo le trattative sotto l’egida dell’ONU.

 

Dopo la manifestazione del 27 maggio scorso, il Coordinamento intende proseguire e dare maggiore forza all’iniziativa organizzando la “Tre giorni per la Pace” dal 22 al 24 settembre: un incontro di denuncia, analisi e riflessioni, proposte d'azione, con il principale obiettivo di allargare il fronte con adesioni che siano espressione della pluralità di sensibilità ed esperienze accumulate nelle lotte di difesa della Costituzione, dei diritti sociali e civili, del territorio e dell’ambiente.

 

PROGRAMMA

 

Venerdì 22 settembre: LA DENUNCIA

 

 18.30 Presentazione del programma, mostre e attività

 19.00 “Collateral Murder: vittime collaterali della guerra” con Emergency e Silvia Baratella della Libreria delle Donne

 20.45 Intervento di Moni Ovadia (uomo di teatro e attivista dei diritti civili)

 

Sabato 23 settembre: LA RIFLESSIONE

 

• 15.30 “Il processo a Julian Assange: Storia di una persecuzione”, Vincenzo Vita (editorialista de Il Manifesto) presenta il libro di Nils Melzer (ex-relatore speciale ONU)

• 17.30 “Il mondo dopo la guerra in Ucraina”, ne parlano Domenico Gallo (editorialista ed ex-magistrato), Alessandra Algostino (docente di Diritto Costituzionale), Domenico Moro (economista)

• 21.00 “Poesie e musica di pace” a cura di Respirando Poesia

 

Domenica 24 settembre: L’AZIONE

 

• 15.30 “Storia e prospettive del movimento per la Pace”, intervengono Marco Tarquinio (editorialista di Avvenire) e Manlio Dinucci (giornalista e saggista)

• 17.00 Tavola rotonda su come sviluppare il fronte per la Pace e rafforzare le attività del Coordinamento per la Pace - Milano

 

Nel corso dei tre giorni saranno presentate e aperte al pubblico:

· La mostra di quadri degli Artisti per la Pace

· La mostra sulla Strage di Odessa del 2014

· Proposte di letture sul tema della guerra

 

Il C.I.Q. - Centro Internazionale di Quartiere è attrezzato tutti i giorni con bar e cucina per cene a prezzi modici.

 

Qui l’evento Facebook:

https://www.facebook.com/events/816786510096516

 

Per aderire come organizzazione o singolo al Coordinamento per la Pace - Milano scrivere alla seguente mail:

coordinamentoperlapacemilano@gmail.com

 

Leggi l’appello:

https://coordinamentopacemilano.blogspot.com/2023/03/appello-del-coordinamento-per-la-pace.html

 

Seguici sui nostri social:

https://linktr.ee/coordinamentopacemilano

 

Coordinamento per la Pace - Milano

Il nostro saluto a Mauro Gemma

Con profonda tristezza abbiamo appreso la notizia della morte del caro compagno Mauro Gemma, per noi da sempre un riferimento insostituibile. Mauro Gemma ci ha aiutato a leggere la realtà e il contesto attuale con metodo rigorosamente scientifico, ci ha sempre illuminato con una visione precisa e approfondita di volta in volta, senza alcuna falla, piega o smagliatura. Un compagno con altissime qualità morali e grande sensibilità. Lo ricordiamo come Direttore di Marx21.it e per tanti anni ha reso il sito faro e guida nonché ottima formazione e riferimento sicuro per compagni giovani e meno giovani, selezionando inoltre il meglio dalla elaborazione che si sviluppava a livello internazionale, traducendo e pubblicando testi che per noi sarebbero stati irraggiungibili. È stato anche capace di starci vicino e confortarci, quando possibile con la sua presenza (pur non vivendo nella nostra città), nelle varie occasioni in cui ci dedicavamo, con tutto il nostro impegno e con notevoli difficoltà, per ricostruire a Milano una presenza visibile e antimperialista contro le guerre a guida USA degli ultimi anni.
Ci mancherà tanto, cercheremo di fare tesoro dei suoi insegnamenti in modo che ci accompagni sempre nelle nostre lotte.
Caro Mauro, i compagni di Casa Rossa Milano ti salutano a pugno chiuso.

Kosovo: per la verità e la giustizia, per la pace e l'amicizia tra i popoli



Sotto le bombe della NATO, nella Jugoslavia del '99, si resisteva ricordando che "forse ci vinceranno ma sicuramente non ci convinceranno". 

Partendo dalla documentazione storica unica che offre il libro "Kosovo 1999. Albanesi e Milizie kosovare albanesi di Autodifesa, che hanno lottato per la Jugoslavia", di ENRICO VIGNA del CIVG - Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia, parleremo di questo Popolo ferito dalla demonizzazione mediatica, dai missili "intelligenti", dall'uranio impoverito, sradicato dalle sue radici e rinchiuso nelle enclavi prigioni a cielo aperto del Kosovo. 

Dalle ore 18.00, con l'autore proveremo anche ad approfondire l'attuale situazione della regione balcanica, le sue strette analogie con la guerra ucraina e l'importanza del lavoro di ricerca storica e di documentazione della verità, per contrastare la disinformazione mediatica volta a fomentare la guerra imperialista. 

Alle ore 20.00 circa, cena popolare di autofinanziamento, per la quale chiediamo di prenotare entro le ore 20.00 di giovedì 6 luglio al numero 3534351278 oppure alla mail lacasarossamilano@gmail.com 

Il ricavato delle vendite del libro di Enrico Vigna andrà ai Progetti di solidarietà concreta per le enclavi resistenti del Kosovo Metohija: SOS Kosovo Metohija e SOS Yugoslavia/CIVG Italia. 

Ci ritroviamo sabato 8 luglio alle ore 18.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro)

La Casa Rossa - Milano 


Di seguito il video della diretta



25 aprile e 9 maggio 2023 con la Brigata Garibaldi Immortale


Anche quest'anno abbiamo celebrato le due date più significative nella storia recente del nostro Paese e del nostro continente: l'Anniversario della Liberazione d'Italia e il Giorno della Vittoria. E' imprescindibile ricordare unite la lotta di Liberazione dei Partigiani italiani con quella dei Partigiani sovietici e dell'Armata Rossa contro la barbarie nazifascista. Ed è giusto sottolineare assieme al Reggimento Immortale - Milano, in particolar modo di fronte alle circostanze odierne, la storia comune di amicizia e fratellanza fra il popolo italiano e quello russo, nel contesto di una guerra che rischia di riportarci in uno dei periodi più bui dell'Europa e del mondo.

La Brigata Garibaldi Immortale è su Facebook

25 aprile 2023

Alcune immagini del nostro 25 Aprile 2023, con lo spezzone internazionalista della Brigata Garibaldi Immortale, in ricordo della Liberazione ottenuta dai nostri Partigiani, così come dell'imprescindibile ruolo dei Partigiani Sovietici e dell'Armata Rossa nella Liberazione dell'Europa dal nazifascismo.

Hanno partecipato i compagni e lavoratori italiani, russi, ecuadoriani, peruviani e venezuelani assieme allo spezzone del Coordinamento per la Pace - Milano, con cui si è esplicitata la volontà della maggior parte della popolazione italiana nel ripudiare la guerra e l'invio di armi in Ucraina, per una trattativa di pace riguardo al conflitto in corso tra NATO e Russia, il quale rischia di trascinare l'Europa in una escalation nucleare.






Francia: una lotta straordinaria. Sindacale e politica


Come è possibile che in Francia, un Paese dell’Unione Europea nel quale si sviluppano le stesse dinamiche economico-sociali degli altri Paesi membri, si possa concretizzare una lotta di massa attraverso scioperi e mobilitazioni supportate dalla maggioranza della popolazione? Come mai in Italia questo non succede? Quali le differenze fra i due Paesi?
Ne parliamo alle ore 19.00 in collegamento da Parigi con Lorenzo Battisti, militante del sindacato francese CGT (Confédération Générale du Travail) e comunista, con il quale approfondiremo le cause e le prospettive di questa lotta, atipica in questa epoca per un Paese occidentale.
Ore 20.00 buffet con sottoscrizione.
Ci ritroviamo martedì 11 aprile alle ore 19.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).
La Casa Rossa - Milano

Qui l'evento Facebook:https://www.facebook.com/events/574443984646904/

Armenia: effetti collaterali della guerra in Ucraina e un Paese in lotta per la sua sopravvivenza

 


Con il raddoppio delle forniture di gas verso l’Europa, previsto entro il 2027 tramite il gasdotto TAP, l’Azerbaigian può permettersi il lusso di non essere annoverato tra i cosiddetti “Stati canaglia”.

 

Poco si è parlato dell’aggressione avviata nel settembre 2020 dall’Azerbaigian contro gli armeni che popolano l'Artsakh (Nagorno Karabakh) e nulla si dice sulla situazione attuale: un conflitto a bassa intensità che si affaccia direttamente sui confini dell’Iran, che rafforza la destabilizzazione in corso nei Paesi attorno alla Russia e in cui, ancora una volta, è coinvolto un membro di rilievo della NATO come la Turchia.

 

In una regione già incendiata dalle guerre che si sono succedute nei decenni, con un tessuto politico ed etnico già messo a dura prova dalla disgregazione dell’Unione Sovietica e con una Russia impegnata militarmente in Ucraina, l’Armenia rischia di soccombere stretta nella tenaglia di Turchia e Azerbaigian, Paesi sostenuti anche da Israele.

 

Alle ore 18.00 ne parleremo con Ani Balian, consigliera dell'Unione Armeni d'Italia.

 

Ore 20.00 circa, cena popolare di autofinanziamento, per la quale chiediamo di prenotare entro le ore 20.00 di giovedì 23 marzo al numero 353-4351278 oppure alla mail lacasarossamilano@gmail.com

 

Ci ritroviamo sabato 25 marzo alle ore 18.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro). L'iniziativa sarà solo in presenza, in quanto non verrà trasmessa la diretta streaming.

 

La Casa Rossa - Milano

 

Qui l'evento Facebook:

https://www.facebook.com/events/1215568642430090/

Parliamo di Autonomia Differenziata


SABATO 4 MARZO 2023 ALLE ORE 18.00 IN CASA ROSSA
VIA PRIVATA MONTE LUNGO 2, MILANO (MM1 TURRO) e in DIRETTA STREAMING

Prima la Lombardia, poi il Veneto: qualcuno li considerava “eccellenti”, ma quei camion pieni di bare che uscivano da Bergamo sono il simbolo dell’inefficienza dei servizi sanitari regionali.
Il passaggio da un unico sistema nazionale a 20 regionali, con il forte incremento delle privatizzazioni, la continua riduzione e diseguaglianza di finanziamenti e personale, la carenza della funzione di indirizzo e controllo dello Stato, si è dimostrato un fallimento in materia sanitaria.
Non solo la sanità: se si concretizzasse il progetto di Autonomia Differenziata saranno 23 le materie che passeranno alla potestà esclusiva delle regioni, come la scuola, le infrastrutture, la sicurezza sul lavoro, la produzione e distribuzione energetica, il governo del territorio...
Con questo progetto verrà scardinato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, i diritti universali saranno diversi e determinati sulla base del certificato di residenza, aumentando ulteriormente le già enormi diseguaglianze tra zone del Paese e contraendo ancor più gli spazi di democrazia.
Una bambina del sud Italia avrà un’attesa di vita inferiore rispetto ad un bambino del nord.
L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA È UN DISEGNO EVERSIVO
- Annulla i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà nazionale
- L’unità della Repubblica rimarrà solo un vuoto enunciato formale
Quella che dovrebbe essere una discussione pubblica e aperta, volta a definire urgenze, bisogni e richieste dei territori con un disegno virtuoso del rapporto Stato-Regioni, nel silenzio degli organi d’informazione, si comprime in un provvedimento dell’Esecutivo calato dall’alto, legittimando le già enormi diseguaglianze nei diritti fondamentali.

Alle ore 18.00 ne parleremo con Alessandra Algostino, Docente di Diritto costituzionale presso l'Università di Torino, e Marina Merlini del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale Milano.

Alle ore 20.00 circa, cena popolare di autofinanziamento, per la quale chiediamo di prenotare entro le ore 20.00 di giovedì 2 marzo al numero 3534351278 oppure alla mail lacasarossamilano@gmail.com

Ci ritroviamo sabato 4 marzo alle ore 18.00 in Casa Rossa
via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).

La Casa Rossa - Milano
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale Milano

Evento Facebook:

No alla criminalizzazione della ricerca storica nella UE

Da tempo si stanno verificando casi per cui in alcuni Paesi membri dell'Unione Europea si tenta di criminalizzare le idee politiche, in particolare quelle che si ispirano al marxismo, equiparando nazismo e comunismo come approvato in una Risoluzione Parlamento europeo nel settembre del 2019, così da impedire la libera espressione e l'attività politica contro chi cerca di riportare la verità storica manipolata dalla propaganda anticomunista. Ricordiamo che i comunisti sono stati in prima fila nella lotta contro il nazifascismo e hanno dato il maggior tributo di sangue per riportare la libertà, la pace e la democrazia in quell'Europa che oggi così si comporta. Pertanto riteniamo fondamentale aderire al seguente appello ed esprimere la nostra solidarietà ai compagni dei Paesi in cui è in atto questa vera e propria persecuzione politica, la quale rischia di essere prima tollerata e poi imposta anche qui da noi. Ci rendiamo da subito disponibili a unirci con coloro che vorranno opporsi a questa deriva.

La Casa Rossa - Milano



Andrea Catone, direttore della rivista “MarxVentuno” - 17 gennaio 2023

La storia in tribunale. Il primo febbraio si svolgerà a Praga il processo contro Josef Skála e gli studiosi di Praga incriminati per aver sollevato dubbi sui responsabili del massacro di Katyn.

Il 31 ottobre 2022, Tomáš Hübner, giudice unico del Tribunale distrettuale di Praga 7, ha condannato a otto mesi di reclusione Josef Skála, noto intellettuale marxista, ex vicepresidente del Partito comunista di Boemia e Moravia (KSCM), insieme con Vladimír Kapal, e Juraj Václavík, tutti e tre incriminati, in base all’articolo 405 del Codice penale della Repubblica ceca, per aver messo in discussione la versione che attribuisce alla dirigenza sovietica il massacro di Katyn (l’uccisione di migliaia di prigionieri di guerra polacchi sul territorio dell’URSS, occupato dalla Wehrmacht nell’estate del 1941).

Due anni prima, il 2 luglio 2020, i tre avevano partecipato al forum di discussione pubblica – organizzato, su richiesta degli ascoltatori, da www.svobodne.radio.cz – sul massacro di Katyn, divenuto uno dei principali argomenti della crociata antisovietica e anticomunista delle forze politiche e sociali andate al potere nel 1989, la cui versione dei fatti scarica sui sovietici premeditazione ed esecuzione del crimine. Tale versione, sulla base dell’analisi dei documenti e delle prove disponibili fino al 2020, è contestata da ricercatori e studiosi di diversi Paesi, che l’hanno attribuita agli occupanti nazisti [1].

Nel forum del 2 luglio 2020 J. Skála ha sottolineato che l’obiettivo era quello di stimolare ulteriori discussioni senza alcuna affermazione dogmatica. Né lui né gli altri relatori hanno negato o messo in dubbio il massacro dei prigionieri polacchi, né tantomeno lo hanno avallato o giustificato in alcun modo. Sono entrati esclusivamente in un dibattito, che dura da oltre tre quarti di secolo, sull’attribuzione delle responsabilità. La loro colpa è quella di essersi opposti alla versione oggi spacciata come canone inviolabile, argomentando con riferimento a fonti e documenti, compresi quelli emersi dagli archivi nel periodo successivo al crollo dell’URSS. La trasmissione ha avuto molti commenti positivi e non ha sollevato polemiche.

Il 18 marzo 2022 – quasi due anni dopo – tutti e tre i partecipanti al forum sono stati convocati dal Comando nazionale per la lotta alla criminalità organizzata della Polizia della Repubblica Ceca per fornire spiegazioni. Era la fase iniziale del procedimento penale, che ha avuto il suo primo epilogo nella condanna a 8 mesi del 31 ottobre, alla quale hanno fatto opposizione.

IL PROCESSO SI SVOLGERÀ IL 1° FEBBRAIO 2023.

L’associazione PRAK (Contro la repressione e la criminalizzazione) mette in luce alcune “coincidenze” che rivelano l’uso politico strumentale dell’articolo 405 del codice penale ceco. Un mese prima dell’inizio del procedimento penale, Josef Skála aveva annunciato l’intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali. L’incriminazione lo ha ostacolato nella raccolta delle 50.000 firme necessarie alla presentazione della candidatura. Inoltre, egli è tra i militanti più attivi del movimento per la pace e contro la NATO, che ha partecipato alle massicce manifestazioni autunnali a Praga e in altri centri del Paese. Si ricorre al codice penale per colpire lui e il movimento politico d’opposizione di cui è parte attiva, per inibirgli l’agibilità politica.

Nel 2000, poco dopo l’ingresso ufficiale di Ungheria, Polonia e Repubblica ceca nella NATO (12 marzo 1999) venne approvata la Legge che introduceva nel codice penale del 1961 l’art. 261a, che accomuna crimini nazisti e comunisti:

Chiunque neghi, metta in dubbio [2], approvi o tenti di giustificare pubblicamente il genocidio nazista, comunista o di altro tipo o crimini nazisti, comunisti o di altro tipo contro l’umanità o crimini di guerra o crimini contro la pace è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Diventerà poi, nel nuovo codice penale entrato in vigore il 1° gennaio 2010, l’articolo 405. Questa formulazione – al pari di altre presenti nei codici penali di Paesi ex socialisti quali Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria – lascia ampi margini di discrezionalità e di arbitrarietà all’autorità giudiziaria, che viene trasformata in autorità scientifica suprema, depositaria di una verità indiscutibile, dubitare della quale porta al carcere. Nei Paesi della “libera” UE torna il medievale Tribunale dell’Inquisizione.

La criminalizzazione dell’esperienza storica del comunismo ha potuto impiantarsi sulla nuova impostazione politico-giuridica di alcuni Paesi occidentali negli anni 90 – Francia (1990), Austria (1992) Germania (1994), Belgio (1995), Lussemburgo (1997) [3] – che ritennero di contrastare il negazionismo della Shoah attraverso il codice penale, nelle aule del tribunale invece che in quelle universitarie e nel dibattito pubblico. Una strada che buona parte della comunità dei ricercatori e degli storici criticò per i suoi prevedibili effetti perversi. Scriveva ad esempio Stefano Levi Della Torre che è “aberrante colpire per legge reati di opinione, anche perché ciò propone indirettamente che esista una verità ufficiale sancita per legge. La falsità per legge presuppone una verità per legge, e questa è un’idea familiare alle inquisizioni e ai totalitarismi, e ostica per la democrazia e per la ricerca scientifica. Colpire per legge anche una menzogna malintenzionata apre nel campo dei diritti costituzionali una breccia che non si sa dove vada a finire. Le opinioni e le teorie aberranti e malintenzionate vanno combattute sul terreno delle battaglie culturali, attivamente” [4].

Negli oltre trent’anni seguiti all’89, attraverso un martellamento mediatico ininterrotto e sempre più duro operato dai nazionalisti anticomunisti e antirussi dei paesi ex socialisti dell’Europa centro-orientale e dagli ideologi oltranzisti della NATO, si è imposta nella UE una nuova narrazione storica, che rovescia quella che – pur con tutte le asperità della guerra fredda – riconosceva il grande valore storico della coalizione alleata antinazista e l’apporto fondamentale e imprescindibile dell’Unione Sovietica alla vittoria contro il nazifascismo. Il suggello di questa nuova narrazione è stata la Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa” [5], che toglie qualsiasi valore all’alleanza internazionale antinazifascista per accomunare in una condanna senza appello Germania nazista e URSS, additati come corresponsabili (con qualche accento più pesante contro i russi) dello scoppio della II guerra mondiale e di tutti i lutti che ne seguirono, e indicando nelle liberaldemocrazie il faro e il destino dei popoli europei. Su questa base può così operare la nuova Inquisizione del XXI secolo, che mette in carcere chiunque sollevi anche un fondato dubbio sulla storia scritta e sancita dalle forze politiche al potere.

L’incriminazione e la condanna di Josef Skála e degli altri relatori al dibattito su Katyn del 2 luglio 2020 va al di là delle stesse maglie larghe e della grande discrezionalità (con facile slittamento nell’arbitrarietà) che la legislazione penale ceca consegna alle autorità di polizia e al giudice, come denuncia un gruppo di giuristi e avvocati democratici in un circostanziato documento, in cui si rileva che nel programma del 2 luglio 2020, non c’era il minimo eccesso emotivo o dichiarazioni che potessero insultare o umiliare qualcuno oggi, o minacciare i suoi diritti o i valori e le norme di una società democratica. La discussione radiofonica sul crimine di 80 anni fa ha offerto risultati pubblicamente disponibili di studiosi seri; nessuna delle argomentazioni avanzate era priva di una fonte documentabile. Pertanto, il programma era del tutto coerente con quanto la Costituzione ceca vigente e la Carta dei diritti e delle libertà fondamentali garantiscono alla libertà di espressione.

L’incriminazione e la condanna dei tre relatori stabilisce un precedente allarmante, è un ulteriore passo verso una UE sempre meno tollerante del dissenso, sempre più in contraddizione con quei principi di libertà che in modo altisonante proclama ad ogni piè sospinto.

La solidarietà con gli incriminati di Praga e l’impegno perché siano pienamente scagionati assume oggi il valore di una battaglia più generale nella UE per la difesa della libertà di espressione e di agibilità politica, contro la repressione.

Note:

[1] Una sintesi aggiornata si può leggere in Grover Furr,The Katyn Massacre: A Re-examination in the Light of Recent Evidence, in “Cultural Logic: Marxist Theory & Practice”,Volume 24 (2020), pp. 37-49, in https://ojs.library.ubc.ca/index.php/clogic/article/view/193976.

[2] Corsivo mio, AC.

[3] Cfr. Cajani, L. (2012). CriminalLawsonHistory:TheCaseoftheEuropeanUnion, “Historein”, 11, 19–48. https://doi.org/10.12681/historein.138.

[4] Cfr. 6 ragioni per non punire il negazionismo, 30 ottobre 2010, in http://www.hakeillah.com/5_10_01.htm. Si veda anche, tra gli altri, Contro il negazionismo, per la libertà della ricerca storica, firmato nel 2007 da centinaia di docenti universitari e studiosi, pubblicato in “Storicamente”, 2 (2006), https://storicamente.org/02negazionismo: “La strada della verità storica di Stato non ci sembra utile per contrastare fenomeni, molto spesso collegati a dichiarazioni negazioniste (e certamente pericolosi e gravi), di incitazione alla violenza, all’odio razziale, all’apologia di reati ripugnanti e offensivi per l’umanità […] È la società civile, attraverso una costante battaglia culturale, etica e politica, che può creare gli unici anticorpi capaci di estirpare o almeno ridimensionare ed emarginare le posizioni negazioniste. Che lo Stato aiuti la società civile, senza sostituirsi ad essa con una legge che rischia di essere inutile o, peggio, controproducente”.

[5] Si vedano in proposito, tra gli altri, gli articoli di Joao Arsenio Nunes e Enrico Maria Massucci in “MarxVentuno” n. 2-3/2021, pp. 241-262.

Fonte:
https://www.marx21.it/storia-teoria-e-scienza/no-alla-criminalizzazione-della-ricerca-storica-nella-ue-solidarieta-con-josef-skala-e-gli-studiosi-di-praga-incriminati-per-aver-sollevato-dubbi-sui-responsabili-del-massacro-di-katyn/

La polveriera balcanica

Sabato 28 gennaio 2023 alle ore 18.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2
Milano (MM1 Turro) e in diretta streaming

Per decenni la Jugoslavia è stata un esempio di convivenza pacifica, in cui hanno vissuto in armonia popoli di diversa cultura, storia e confessione: non si chiedeva a nessuno di quale etnia o nazionalità fosse.
In seguito alla disgregazione dell’Unione Sovietica e all’intervento delle potenze NATO nei Balcani negli anni '90, volto ad un allargamento ad Est dell’Alleanza Atlantica e a spezzare i legami storici tra la Russia ed i Paesi di questa regione, da allora i Balcani sono in uno stato permanente di tensione, anche a causa dell’approccio politico dell’imperialismo occidentale che agisce proprio sulle differenze etniche e religiose.

Alle ore 18.00 ne parleremo con Enrico Vigna del CIVG - Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia e profondo conoscitore dell’Est, con il quale è in corso da anni una costruttiva collaborazione. Proveremo a fare un quadro di tutta la regione, a cominciare dalle gravi tensioni che si stanno sviluppando in Kosovo e che rischiano di sfociare in una nuova guerra. Tratteremo inoltre della situazione attuale del conflitto in Ucraina, il quale ha profondi collegamenti con la questione balcanica.

Alle ore 20.00 circa, cena popolare di autofinanziamento, per la quale chiediamo di prenotare entro le ore 20.00 di giovedì 26 gennaio al numero 353-4351278 oppure alle mail lacasarossamilano@gmail.com o comitatocontrolaguerramilano@gmail.com
Ci ritroviamo sabato 28 gennaio alle ore 18.00 in Casa Rossa, via Privata Monte Lungo 2, Milano (MM1 Turro).
La Casa Rossa - Milano
Comitato Contro La Guerra Milano