«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Economia della rivoluzione di Lenin

mercoledì 20 giugno
via Monte Lungo 2 – Milano [MM1 Turro]

ore 20 cena popolare
a buffet con sottoscrizione

ore 21 presentazione del libro:
Economia della rivoluzione
di Lenin - a cura di Vladimiro Giacché

Vladimiro Giacché riunisce il corpus degli scritti economici di Lenin che prende le mosse dagli
accadimenti e dai provvedimenti dei primi mesi dopo la rivoluzione, comprende la dura stagione della guerra civile e del comunismo di guerra, infine approda alla svolta della Nuova politica economica.
Teoria e prassi di Lenin hanno esercitato un’enorme influenza a livello mondiale, tutti si sono rifatti ai suoi testi come al criterio di verità su cui misurare le proprie ragioni.
L’influenza del pensiero di Lenin si è estesa ben oltre i confini del mondo socialista, se ancora a inizio anni ottanta il presidente francese François Mitterrand confidava ai propri collaboratori che per cambiare qualcosa in economia bisognava essere «leninisti».
La fine dell’Unione Sovietica non ha decretato il tramonto delle fortune di Lenin, visto che la transizione della Cina e di altre economie emergenti da un’economia integralmente statalizzata e pianificata a un’economia di mercato ha tratto diretta ispirazione dalla Nuova politica economica.
Il pensiero economico di Lenin è una bussola non solo per orientarsi nel passato e comprendere il presente, ma anche per trovare la via nel buio di cui sembra circonfuso il nostro futuro.

Ne parliamo con Vladimiro Giacché
Economista e saggista