«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

L'inganno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: è uguale o peggiorativo rispetto al MES

La spinosa questione sull'accettare o meno i trasferimenti dell'Unione Europea provenienti attraverso il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), questione dibattuta per mesi e mesi nel nostro Paese, a causa delle condizionalità che ne avrebbero consentito l'erogazione, è superata.

Il giornalista Luca Speciale del TG LA7, che vedete qui, ce lo spiega bene. Come ormai è ben noto e come vedremo nelle prossime settimane, il nostro Paese si dovrà affrettare a varare una serie di riforme a ritmi forsennati.

E tutto questo avviene sotto l'esplicita minaccia della rimessa in discussione del trasferimento di quei fondi denominati Next Generation EU; in buona sostanza quei soldi, con i quali si dovrebbe attuare il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) attraverso il quale il nostro Paese si dirigerebbe verso un nuovo "rinascimento", non verrebbero più trasferiti all'Italia nel caso in cui non varasse le riforme "richieste" dall'Unione Europea.

Come si vede, si è fatto un gran dibattito sul MES e sulle condizioni che imponeva al nostro Paese per poi subire supinamente tutte le imposizioni dell'Unione Europea. Un prestito, quello per attuare il PNRR, che naturalmente andrà restituito, un prestito che ci obbligherà, dietro una cortina fumogena fatta di parole come "giovani", "donne", "sostenibilità", "transizione ecologica", a varare quelle "riforme strutturali" di cui sentiremo parlare nei prossimi mesi; "riforme" che avvieranno un nuovo arretramento per il nostro Paese, a dispetto di quello che ci raccontano, infatti la stessa velocità con cui occorre scriverle dice chiaramente quanto questa "operazione" assomigli maledettamente ad un "furto con destrezza".

Si capisce bene come da tutto questo non trarranno giovamento proprio i lavoratori. Nel nostro Paese non c'è nessuno che sieda oggi in Parlamento a difesa dei lavoratori.

Proprio per questo il governo Ursula-Draghi sta procedendo a ritmo spedito. Sul MES abbiamo udito molto rumore per nulla, infatti sul Recovery Plan - PNRR alzi la mano chi ha percepito la presenza dell'opposizione. Questo il quadro attuale.

Poiché sappiamo che la Storia non è sempre matrigna, talvolta infatti diviene benevola, vale la pena di ricordarci che anche noi possiamo contribuire a scriverla...

La Casa Rossa, 10 luglio 2021

Fonti: TG LA7, edizioni delle ore 13.30 dell'8 luglio e 9 luglio 2021