«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Draghi: salvatore della patria o uomo solo al comando di un Paese in svendita?

 


Discuteremo la politica economica di Draghi, i suoi effetti nefasti che stanno impoverendo i lavoratori e distruggendo istruzione, sanità, stipendi e pensioni. In questo modo è già segnato il declino del Paese, anche attraverso la svendita di quei "pezzi" di settore pubblico che sono rimasti.

Vedremo come si è sviluppata l'Italia nel dopoguerra e come si sia poi abbandonata una strada che aveva portato il nostro Paese fino al 7° posto dei Paesi industrializzati nel mondo. Vedremo anche il modo in cui la Cina ha avuto successo prendendo come modello, per certi versi, proprio l'Italia del dopoguerra.

Ne parleremo in collegamento con:

Guido Salerno Aletta, editorialista di Milano Finanza e Teleborsa

Pasquale Cicalese, economista autore del libro Piano contro Mercato

Evento in presenza presso La Casa Rossa con rispetto delle norme anti-Covid di distanziamento (venire con Green Pass), sabato 6 novembre 2021 dalle ore 18.30, in via Monte Lungo 2 a Milano (MM1 Turro).

Partecipazione con prenotazione al cellulare 353-4351278 o per e-mail a lacasarossamilano@gmail.com

Seguirà cena popolare di sottoscrizione alle ore 20.30. I posti sono limitati per cui è bene prenotare entro giovedì 4 novembre. Alle 23.45 circa, brindisi e torta per ricordare e festeggiare una data che ci è sempre cara: il 7 novembre.

Evento FB: https://www.facebook.com/events/874032576643850

A Milano pochi mangiano in Sala

I gruppi di pressione di vario tipo, oggi dette lobbies, gli immobiliaristi, così come tutti coloro che hanno avuto “agevolazioni” o favori dalla giunta del sindaco Sala, stanno ancora festeggiando la sua vittoria. In una delle prime uscite avvenuta mentre si stavano ancora diffondendo le proiezioni del voto, Sala dichiara di avere ottenuto 50.000 voti in più della scorsa tornata elettorale. La sua vittoria è stata conseguita con una affluenza del 47% circa degli elettori; 53 su 100 invece non sono andati a votare. Chi sostenga che la destra non sia andata a votare sbaglia: in quel non voto non c'è solo la destra.
Per parafrasare qualcuno che esordisce sempre in modo “politicamente corretto” (riferendosi a una qualsivoglia platea) dicendo “do il benvenuto a tutte e tutti”, diremo che il 53% di tutte e tutti non si sono recate/i alle urne. Infatti il “politicamente corretto” condisce ipocritamente quello a cui stiamo assistendo: il “sacco della città”. Questo modo di parlare sta nel campo della superficialità, così come ci sta la cosiddetta “urbanistica tattica”, la quale (secondo Luca Beltrami Gadola) equivale al vecchio adagio latino “panem et circenses”. Questa forma di “educazione” evidenzia soltanto la grande ipocrisia di chi usa il termine “spazi sociali” come il prezzemolo.
Parlando di “sociale” provare per credere: i servizi sociali di Milano sono pressoché totalmente esternalizzati e di difficile raggiungibilità. Si provi a contattare gli uffici e si vedrà come le/gli assistenti sociali non riescano a seguire in modo congruo tutti i casi di coloro ai quali si dovrebbero dedicare. L'organico dei servizi conta ormai su un numero di operatori ridotto al lumicino: assunzioni nisba. Si vada a vedere anche le innovazioni introdotte dal non dimenticato ex assessore Majorino, passato dalla giunta Pisapia alla giunta di Beppe Sala, dal 2019 eletto nel Parlamento europeo. Costui ha lavorato in continuità con l'assessore Mariolina Moioli a cui aveva dato delega la sindaca Moratti. Si nota con chiarezza che neppure nel campo dei servizi sociali vi sia stata una discontinuità con la politica di centro-destra.
Va ricordato che nel 2011, mentre si stava insediando la giunta Pisapia, la dicitura della delega di Majorino non riportava neanche il termine “servizi sociali”: vi erano termini come “politiche sociali” e “cultura del benessere”. Evidentemente se si fosse scritto “servizi sociali” si sarebbe indicato troppo precisamente quei servizi con il loro nome e cognome, i quali invece non hanno ricevuto alcuna attenzione dall'ex assessore Majorino. Costui è ben noto per quella specie di “stati generali” ai quali ha convocato gli operatori del servizio pubblico, unitamente ad associazioni e cooperative. Una delle cose che ha chiarito fin da subito è stata che non si dovesse fare la guerra a Regione Lombardia, non mancando di suscitare qualche perplessità. Vale la pena di ricordare, a tale proposito, che per Regione Lombardia l'assessore che aveva delega alla sanità era il famigerato Giulio Gallera. Non vi è altro da aggiungere.
Per quanto riguarda l'attenzione dedicata a quelli definiti spesso i più deboli, che noi chiameremo in modo più classico i poveri, rimandiamo ad un articolo del mensile Vita il cui titolo è “Mercato Centrale Milano, lo specchio triste di una città che si sta perdendo” [1]. All'interno dell'articolo, dopo la descrizione del Mercato Centrale Milano sorto accanto al sottopasso Mortirolo, quel tunnel che attraversa alle spalle la stazione Centrale, dove dormono senza tetto e immigrati fra le auto che sfrecciano, si dice anche di quanti progetti urbanistici, ben 549, siano stati approvati dal Comune di Milano nel solo primo semestre del 2021. Un numero che supera addirittura quello dei progetti approvati nello stesso periodo del 2019.
Ritornando invece al termine “spazi sociali” vogliamo citare Luca Beltrami Gadola: “Lo spazio sociale più importante non è quello fisico ma quello dell’homo politicus, dove esso esprime e dibatte le sue idee, dove si confronta con gli altri e con chi governa da pari a pari, insomma lo spazio democratico”. Lo spazio democratico, aggiungiamo noi, è da intendersi come quello del Consiglio Comunale, dove i consiglieri rappresentano in aula il voto espresso dagli elettori, il voto popolare. Prosegue Beltrami Gadola: “Questo spazio si va restringendo e si governa con il surrogato della falsa partecipazione – una specialità milanese – anche qui panem et circenses ma soprattutto circenses: ecco una negazione della democrazia antifascista”.
In questa negazione stanno anche il disinteresse e la finzione di Sala. Costui ha definito spesso Milano come “città dell’accoglienza”, non dicendo una parola sul caporalato che si esercitava in Uber Eats a Milano, non pensando lontanamente, a tale proposito, di far costituire il Comune di Milano come parte civile nella causa che dovrebbe avere la sua prossima udienza il 18 ottobre 2021. Stessa cosa per gli operai della MM4, i quali venivano pagati 5,37 euro lordi all’ora, mentre il Comune versava per loro al consorzio MM4 ben 17 euro come paga oraria [2]: hanno qualcosa da dirci a tale proposito l’ex assessore alla Mobilità e Lavori Pubblici Granelli e il sindaco Sala? Essere antifascisti significa anche avere cura e attenzione per i lavoratori.
Nella stessa logica, quella che fa dire a un uomo definito “il re del mattone” (ma in altri tempi si sarebbe detto palazzinaro) come Manfredi Catella: “Milano ha avuto una visione. Merito di un sindaco, Gabriele Albertini, che ha identificato nella rigenerazione urbana una risorsa”. Aggiunge inoltre Catella: “Poi, altre tre amministrazioni di diverso orientamento politico tra di loro, hanno agito in continuità”.