«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

DDL Concorrenza: "Ce lo chiede l'Europa". Due esempi, nei Porti e nella Sanità

Saputo che sabato 13 novembre scorso, a Livorno, si sarebbe tenuta una manifestazione con corteo, contro il carovita e la politica dell'attuale Governo, abbiamo deciso di partecipare andandoci. Arrivati lì abbiamo incrociato i lavoratori portuali, così come quelli di GKN in vertenza.

I portuali ci hanno raccontato delle loro condizioni di lavoro e delle minacce provenienti dal DDL Concorrenza. Ci siamo ripromessi di aiutarli, facendo conoscere quella che è la loro quotidianità nel porto di Livorno, qualcosa insomma che fa dire loro che "non bisogna vivere per lavorare, ma si lavora per vivere".

Passando ad un altro tema, quello della Sanità, che sappiamo essere l'indice di civiltà di un Paese e che abbiamo sempre seguito con attenzione, anche in questo caso il DDL Concorrenza ha la finalità di "rimuovere le barriere" che ostacolassero una più agile penetrazione dei privati.

Se è vero che le condizioni del Lavoro e quelle della Sanità segnalano a che punto di emancipazione e di progresso sia giunto un Paese, crediamo opportuno trattare questi due importanti argomenti di cui si occupa il DDL Concorrenza.

Due argomenti che stanno nel tratto distintivo de La Casa Rossa Milano.

Ne parleremo in collegamento con:

FRANCESCO TANI, Rappresentanza Sindacale Aziendale, Terminal Lorenzini Porto di Livorno

SIMONE GHISLANDI, Professore di Economia Pubblica ed Economia Sanitaria

Evento in presenza presso La Casa Rossa con rispetto delle norme anti-Covid di distanziamento (venire con Green Pass rafforzato), sabato 11 dicembre 2021 dalle ore 18.30, in via Monte Lungo 2 a Milano (MM1 Turro).

Visto che i posti sono limitati, la partecipazione è con prenotazione al cellulare 353-4351278 o per e-mail a lacasarossamilano@gmail.com

L'iniziativa sarà anche trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook "La Casa Rossa": www.facebook.com/lacasa.rossa.3/

Seguirà cena popolare di sottoscrizione alle ore 20.30. I posti sono limitati, per cui è bene prenotare entro giovedì 9 dicembre.

EVENTO FB: https://www.facebook.com/events/985019972367639/



Gkn, il caso del premio al legale della multinazionale (e della Lega) finisce sul tavolo dell’Ordine degli avvocati

Questo articolo è abbastanza esemplificativo della condizione dei lavoratori oggi. Per noi che stiamo con i lavoratori non c'è stupore, però è evidente che cose di questo genere vanno anche... contrastate. Non con le sole dichiarazioni. 

«Il caso LabLaw finisce sul tavolo del consiglio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Milano. A riferirlo è La Nazione, che torna sulla vicenda dello studio legale premiato dal mensile di settore Top Legal per l’attività svolta nel 2021, come l’”assistenza a Gkn per la chiusura dello stabilimento fiorentino e l’esubero di circa 430 dipendenti“, motivo di vanto sui social per i professionisti capitanati da Francesco Rotondi.
Il quale, ricordano La Stampa e Repubblica, è un consulente della Lega Nord scelto personalmente da Matteo Salvini e pure docente alla Scuola di formazione politica del Carroccio dove il 6 novembre ha tenuto una sessione su “I limiti della metamorfosi del lavoro. Dal contratto collettivo allo Smart working”.
Risale invece al 2015 la chiamata del giuslavorista a “far parte della commissione tecnica che si occuperà di elaborare una proposta di programma di Governo relativo alla materia del diritto del lavoro e del mercato del lavoro”. Qualche anno dopo Linkiesta lo definiva l’artefice del “successo” con cui la Lega “aveva affossato il decreto sui rider del M5s”. E lui non negava, spiegando che quello del rider “non è un lavoro che può portarti alla pensione e che può essere incasellato nella classica distinzione tra autonomi e subordinati. Se si vogliono mantenere questi lavoretti, non si può aumentare troppo il costo del lavoro”. 
Quanto al Gkn e al premio Top Legal, per il ministro del Lavoro Andrea Orlando “dobbiamo riflettere su una società in cui diventa una medaglia avere assistito una multinazionale nel licenziamento in tronco di lavoratori”. Nell’attesa, l’ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Firenze, Sergio Paparo ha sollecitato l’intervento deontologico dei colleghi di Milano. Il punto, a suo parere, è che l’atteggiamento ostentato da LabLaw nel post su Facebook poi cancellato “squalifica l’intera avvocatura”.
Dal canto suo il fondatore dello studio, nel pomeriggio di sabato ha affidato a un video di tre minuti la sua risposta alle reazioni scatenate dal giubilo del giorno prima per il premio. “Non esiste un premio per i licenziamenti, nessuno ha licenziato, nessuno ha voglia di licenziare, la comunicazione è stata strumentalizzata – è la difesa dell’avvocato -. Fomentare odio è inaccettabile, il mio studio cerca soluzioni per le aziende e anche in questo caso si sta pensando a una soluzione. Sono molto preoccupato per la sicurezza della mia famiglia, dei miei collaboratori e la mia famiglia”.» 

Sul quotidiano nazionale il presidio antiviolenza di Milano; sabato 27, ore 14.30, piazza san Babila


«L’anomalia è tutta italiana. Da anni le piazze antiviolenza monopolizzate da un movimento, Non Una di Meno, che fatta salva la canonica lotta contro il femminicidio, propugna strambi obiettivi. Tipo la depenalizzazione dello sfruttamento di prostituzione e la regolarizzazione del cosiddetto “sex work” (alimentando la tratta, come è successo in Germania).


Un (trans)femminismo che sostiene le ragioni dei macrò, ragioni a cui la Corte Costituzionale ha rinnovato il suo “picche” nell’ambito del processo sulle “cene eleganti” a Giampaolo Tarantini, ribadendo che la prostituzione non è mai un atto libero.

Dopo anni di questo andazzo, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne è quindi necessario tornare a ribadire ovvietà rivoluzionarie che Non Una di Meno sembra trascurare. Tipo: la prostituzione è stupro a pagamento. L’utero in affitto è violenza sulle donne e sui bambini. Comprare ovociti da ragazze povere è violenza. Gli ormoni per bloccare la pubertà di bambine-i “non conformi” e avviarli alla transizione -in Italia si fa- sono violenza. I corpi maschili negli sport femminili -senza alcun intervento medico, ha deciso il CIO- sono violenza. Gli uomini nelle carceri femminili -Uk, California, Washington, Canada, ecc- sono violenza.

È violenza chiedere alle donne di rinunciare a dirsi donne e nominarsi “corpi con vagina” (The Lancet) per essere più “inclusive”; considerare l’essere donna una “performance” aperta a tutti; ricorrere alla falsa scienza dell’alienazione parentale o PAS per togliere i figli alle madri nelle cause di affidamento; impedire l’insegnamento alle docenti critiche dell’identità di genere.

Sono alcuni temi della cospicua agenda per il presidio indetto dalla Rete per l’Inviolabilità del Corpo Femminile, che riunisce molti gruppi e associazioni. Sabato 27 novembre, 14.30, San Babila, Milano. E Milano è una piazza che conta.»

Fonte: https://www.facebook.com/marina.terragni/posts/10225360567616455

I compagni e gli amici di Casa Rossa vogliono esprimere il loro plauso alla manifestazione voluta da un femminismo più classico e quindi più rispettoso verso le donne.

Condividiamo l'appello di Marina Terragni. Siamo contenti che le ragioni delle donne tornino a farsi sentire più chiare, senza concessioni ed ambiguità, le quali fino ad oggi hanno contribuito solo ad alimentare una grande confusione sotto il cielo.