La richiesta del Sindaco di Milano Giuseppe Sala nei confronti di Valery Gergiev, direttore d'orchestra del Teatro alla Scala per la rappresentazione della recita "La dama di picche" di Tchaikovsky, perché si dichiari contro il proprio Paese, contro convinzioni che Gergiev potrebbe avere, del tutto legittime in uno Stato di diritto, è un atto grave ed inedito nella storia repubblicana del nostro Paese.
Il grave atto compiuto da Sala contraddice i principi su cui si fonda la Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo, la quale nell'Articolo 21 sancisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
La risoluzione dei conflitti non avviene attraverso dichiarazioni che alimentano discriminazione e divisione in schieramenti. Queste ricordano, al contrario, i tempi bui della nostra Storia quando per lavorare in determinati ambiti si necessitava di una certa tessera...
Il Sindaco Sala ha sbagliato e condotto una campagna vergognosa degna di chi ha già messo l'elmetto, incamminandosi su una strada scorretta e pericolosa.
Esprimiamo solidarietà e vicinanza al direttore d'orchestra della Scala Valery Gergiev, così come agli altri artisti russi del cast, senza contare che Sala evidentemente non è solo feudale ma anche ignorante: naturalmente non conosce i secolari rapporti artistico-culturali intercorsi tra il nostro Paese e la Russia.
La Casa Rossa Milano, 28 febbraio 2022
Nella foto: il direttore Valery Gergiev in occasione del concerto sinfonico da lui condotto il 5 maggio 2016 presso le antiche rovine della città siriana di Palmira, per commemorare le vittime della guerra siriana e per celebrare la liberazione della città dopo 10 mesi di duro assedio e saccheggio del sito archeologico da parte dei terroristi dell'ISIS.