- Draghi è "cauto" sul calcio
Draghi telefona a Gravina, presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC). Vuol "ragionare" con lui sulla presenza di spettatori negli stadi. Dopo un paio di giorni la FIGC si riunisce in assemblea e decide che le prossime due giornate del campionato si terranno con una presenza massima di 5000 spettatori.
- Draghi "tira dritto" invece sulla Scuola
Infatti ha stabilito che si ricominciasse ad andarci in presenza da lunedì 10 gennaio.
La prima azione, quella che riguarda il calcio, è indicativa: con il calcio si usano cautele che non si usano con la scuola, chiedendo se non sia ragionevole prevedere una riduzione delle presenze negli stadi. La seconda azione invece è meno timida: sulla Scuola si tira dritto.
Viene in mente che a breve i parlamentari, con i delegati regionali, eleggeranno il Presidente della Repubblica. Questo dare un colpo al cerchio ed uno alla botte suggerisce che Draghi sia guardingo: dopotutto è un uomo ambizioso e aspira al posto di Mattarella.
Sul calcio occorreva tirare dritto e dire che quegli assembramenti non fossero più consentiti, specialmente con l'epidemia che infuria. Sulla Scuola invece si doveva ascoltare clinici e Presidi, al cui grido di allarme si è invece fatto orecchio da mercante.
Tutto ciò è sufficiente per pensare che chi sostiene Draghi sia al minimo irresponsabile e compartecipe della sua politica ferocemente antipopolare, la quale sta ferendo il nostro Paese e determina un grave arretramento della condizione dei lavoratori.
La Casa Rossa
13 gennaio 2022