«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Le giuste e prudenti ragioni del NO al Referendum Costituzionale

LUNEDÌ 14 SETTEMBRE
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Tutti insieme, Cinque Stelle, PD, la Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, danno indicazione di votare Sì al Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre 2020 per ridurre il numero dei Deputati da 630 a 400 e quello dei Senatori da 315 a 200.

È evidente che, passando da un numero di 945 parlamentari a 600 (-37%), sarà più facile per le lobby e per soggetti come il signor Benetton provare a esercitare pressione con lo scopo di controllarne le decisioni. Del resto non è un mistero che Autostrade per l'Italia abbia finanziato il PD e la Lega. Evitiamo ogni commento a tale proposito.

Sappiamo che molti non si sentono rappresentati dagli attuali Deputati e Senatori di Camera e Senato. Se un domani si affacciasse nel Paese una forza che fosse schiettamente popolare e che si battesse per l'emancipazione e la giustizia sociale, questa forza sarebbe in grave svantaggio rispetto ai Partiti che oggi propongono di votare Sì, tutti insieme.

Ricordiamo che il declino di Renzi iniziò più veloce dopo la sconfitta del Referendum che si era intestato insieme alla Boschi nel 2016. Le forze dell'attuale Governo si erano impegnate a discutere in Parlamento una nuova legge elettorale poiché è indispensabile, nel caso in cui la riduzione del numero dei Parlamentari da loro proposta venisse approvata dal Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre.

Votare Sì senza una nuova legge elettorale è un salto nel vuoto. In questo modo anche coloro che fossero orientati a votare Sì alla riduzione, devono sapere che è come se fossero giocatori di poker che puntino al buio. In buona sostanza dicono sì, ma senza conoscere le nuove regole che consentiranno di portare i propri rappresentanti in Camera e Senato.

Votare Sì significa quindi cambiare la Costituzione e imboccare una strada che, una volta rivelatasi sbagliata sarebbe, senza ritorno.

Votare NO invece significa certamente sapere che, pur non essendo la situazione attuale desiderabile, non ci si fa saltare i ponti alle spalle. Votare NO vuol dire non chiudere alla possibilità del cambiamento.

La Casa Rossa di Milano e l'ANPI Bassi-Viganò ne parlano con

  • Pierpaolo Pecchiari (Comitato per il NO - Milano)
  • Maria Agostina Cabiddu (Coordinamento Democrazia Costituzionale - CDC)